Un business game alla moda
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Un business game alla moda

UN GUARDAROBA, CHE UNISCE CAPI CHE GIA' SI POSSIEDONO AD ALTRI DA ACQUISTARE, ALLA BASE DELL'IDEA VINCENTE IN UNA COMPETITION DEL CORSO ENTREPRENEURSHIP AND STRATEGIC INNOVATION IN THE FASHION INDUSTRY

Quali dovranno essere le caratteristiche di una startup della moda che voglia affacciarsi sul mercato nei prossimi anni? Dovrà essere innovativa, attenta ai costi, dinamica ma, soprattutto, dovrà tenere conto di due aspetti fondamentali, senza i quali difficilmente potrà trovare investitori pronti a sostenerla: la propensione al digitale e la sostenibilità. Tenendo conto di questi vincoli, gli studenti del corso Entrepreneurship and strategic innovation in the fashion industry, diretto da Stefania Saviolo, si sono misurati suddivisi in gruppi (14 gruppi composti da 4-5 studenti ciascuno) con il compito di lanciare una startup sostenibile nel fashion in collaborazione con l’acceleratore globale Startupbootcamp.
“Abbiamo sviluppato un software proprietario, Fast, che è un simulatore di un business game. Su questo software gli studenti possono vedere in tempo reale l’impatto di ogni loro scelta”, spiega Stefania Saviolo, “in tema di posizionamento, modello di business, marketing. Il simulatore fornisce loro una serie di indicatori che sono ovviamente ‘tarati’ sul settore moda. I ragazzi hanno lavorato online, e a loro disposizione c’era una chat in cui io ed Elisabetta Marafioti, l’altra docente del corso, davamo consigli, risolvevamo dubbi ma creavamo anche problemi”. Ma i ragazzi hanno avuto anche un altro importante supporto a loro disposizione. “Stefano Galassi, alumno Bocconi e managing director Startupbootcamp Global Fashion Tech, ha presentato agli studenti le startup che stanno accelerando nel settore moda a livello mondiale, che hanno spiegato il proprio percorso e le difficoltà incontrate”, spiega ancora Saviolo. “Inoltre lo stesso Galassi ha tenuto una lezione sui megatrend del settore sui quali conviene investire”.

Una piattaforma online dove acquistare dei look molto personalizzati e, inoltre, costituire una guardaroba che tenga conto non solo di capi che è possibile acquistare, ma anche di quelli già in nostro possesso: questa, in sintesi, l’idea vincente che ha consentito a Maria Antonietta D’Amico, Cristina Andreatini, Giulia Di  Conza e Lucia Gaboardi di aggiudicarsi il primo posto nella competition. “Un progetto che è piaciuto molto per la sua pragmaticità”, spiega Maria Antonietta D’Amico, iscritta al terzo anno del corso di laurea in Economia aziendale e management, “perché ritenuto realmente implementabile e che dà grande valore al concetto di esperienzialità. Dal nostro punto di vista, invece, la competition ci ha consentito di simulare come si costruisce una startup, quali siano le fasi in cui questo avviene e come poter misurare subito la risposta del mercato”. Al di là della classifica, però, c’è un valore che va oltre e che tornerà sicuramente utile in futuro agli studenti, spiega ancora Stefania Saviolo: “In sintesi si può dire che questa competition mette insieme alcune delle grandi sfide che ci attendono”, riprende la docente, “quali la sostenibilità e il digitale. Ma non solo. La cosa più importante è che prepara i ragazzi a un futuro in cui il lavoro, più che cercato, andrà creato”.

“La più grande risorsa che possa esistere sono i giovani talenti. Per questo crediamo molto nel contribuire a creare un dialogo con le migliori università del mondo, con le quali condividiamo la visione di un ecosistema di open innovation che possa aiutare a trasformare il settore dove operiamo a livello internazionale, attraverso il Global Fashion Tech”, dice Stefano Galassi. “Da alumno Bocconi è per me un grande onore e piacere insegnare e imparare dalle nuove generazioni di questa grande Università, simbolo di innovazione e cultura”. 
 

di Davide Ripamonti

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