Credito d'imposta, quando rimette in moto l'occupazione
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Credito d'imposta, quando rimette in moto l'occupazione

TEMPORANEO, NON PREVISTO E LIMITATO ALLE IMPRESE CON MENO DI 10 DIPENDENTI: LE CONDIZIONI CHE HANNO PERMESSO A QUESTA POLITICA DI RIDUZIONE DEL COSTO DEL LAVORO DI FUNZIONARE IN FRANCIA

di Thomas Le Barbanchon, assistant professor presso il Dipartimento di economia

Negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei sono stati utilizzati crediti di imposta sulle assunzioni per contrastare gli effetti occupazionali della recessione del 2008-2009. Nonostante questo ampio utilizzo, molti economisti pensano che tali crediti d’imposta siano inutili durante le recessioni, quando la domanda aggregata è insufficiente rispetto al lavoro e alle altre risorse disponibili nell’economia. In realtà, la ricerca empirica sui crediti d’imposta per le assunzioni è piuttosto limitata.
In un paper con Cahuc e Carcillo, cogliamo l’occasione dell’esperimento naturale costituito dall’introduzione di un credito d’imposta per le assunzioni in Francia nel 2009 per evidenziare l’efficacia di tali politiche. Questo credito d’imposta, annunciato il 4 dicembre 2008, ha sollevato le imprese dagli oneri sociali sulle nuove assunzioni fino al 31 dicembre 2009. L’agevolazione era massima per i lavoratori con retribuzione oraria al livello del salario minimo (riduzione del 12% del costo del lavoro) e diminuiva a mano a mano che il livello del salario orario saliva fino a 1,6 volte il salario minimo.

Il credito d’imposta è stato arbitrariamente limitato, per motivi di bilancio, alle imprese con meno di 10 dipendenti e ai lavoratori a basso salario. Le imprese dovevano presentare una richiesta per ogni singola assunzione. Il credito non era limitato alle imprese con crescita netta dell’occupazione, né all’assunzione di specifici gruppi svantaggiati. Queste restrizioni e altre caratteristiche del programma assicurano che la sua attuazione possa essere considerata un esperimento naturale.
La nostra valutazione utilizza dati amministrativi, che forniscono informazioni dettagliate su tutte le imprese e tutti gli sgravi, e mette a confronto l’evoluzione delle piccole imprese (tra 6 e 10 dipendenti) e delle medie imprese (tra 10 e 14 dipendenti) da novembre 2008, poco prima dell’avvio del programma, a novembre 2009.
Troviamo che il credito d’imposta francese ha aumentato significativamente, di 0,8 punti percentuali, il tasso di crescita delle imprese coinvolte. Osserviamo che le imprese non hanno sostituito il lavoro dei dipendenti già in servizio con quello dei nuovi assunti, che beneficiavano del credito d’imposta. Non vi è alcun aumento dei salari associati al credito d’imposta e le imprese non hanno aumentato i licenziamenti per assumere lavoratori a costi inferiori. Non rileviamo alcun impatto negativo del credito d’imposta sulle imprese non coinvolte. Infine, non troviamo prove di effetti di sostituzione intertemporale, che avrebbero comportato una crescita occupazionale più lenta delle piccole imprese dopo la fine del credito.

È possibile che l’efficacia di questo credito per le assunzioni dipenda da circostanze specifiche.  In particolare, era temporaneo, una tantum e non previsto, era destinato a un piccolo sottogruppo di imprese ed è stato attuato in un contesto caratterizzato da livelli salariali elevati e da un elevato tasso di disoccupazione. Per esplorare questo problema, utilizziamo variazioni quasi sperimentali indotte dal programma per stimare il costo per posto di lavoro creato se il credito d’imposta fosse implementato in diversi ambienti economici, su diverse scale e diversi periodi di tempo. Tra tutti gli elementi che hanno favorito l’efficacia del credito all’assunzione, sembra che la sua natura temporanea sia stata fondamentale. La natura temporanea, una tantum e non prevista del credito d’imposta ha consentito al governo di ridurre il costo dei nuovi assunti, ma non dei lavoratori già occupati, con effetti limitati sui salari, che hanno bisogno di tempo per adeguarsi.
 
 

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