Sasha, program manager a B4i: 'Mia madre e la mia famiglia in fuga da Kyiv'
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Sasha, program manager a B4i: 'Mia madre e la mia famiglia in fuga da Kyiv'

IL GIOVANE UCRAINO, IN ITALIA DA 12 ANNI, IN CONTATTO CON I PARENTI NELLA CITTA' RACCONTA LA TRAGEDIA DELLE PRIME ORE DELL'INVASIONE RUSSA

Non erano neanche le sette a Milano, quando Sasha Komarevych ha ricevuto la telefonata di sua nipote, 15 anni. Stava lasciando la capitale ucraina Kyiv (Kiev) insieme a tutta la famiglia, cercando di allontanarsi il più possibile. “È molto giovane, ma ha un carattere forte. Sua sorella, che ha 17 anni, invece è crollata. Mi mandava messaggi per aggiornarmi e continuava a piangere, era terrorizzata”. Mentre Sasha – program manager per il programma di accelerazione di B4i - Bocconi for Innovation – guardava albeggiare Milano, a Kyiv alcuni suoi parenti avevano già sentito il frastuono delle bombe. “Hanno colpito uno dei due aeroporti di Kyiv e stanno attaccando gli impianti militari”, spiega in base alle informazioni che è riuscito a raccogliere finora parlando con la famiglia e sui media locali. “La mia famiglia sta cercando di riunirsi per fuggire insieme da Kyiv. Al momento non hanno una destinazione precisa, cercheranno una sistemazione appena si allontanano”. I suoi parenti che abitano in centro, ad esempio, non hanno avuto neanche il tempo di organizzarsi, racconta: “Hanno sentito suonare la sirena d’allarme e sono scappati in maglietta”.

Ciò che è certo, è che lasciare Kyiv non è affatto facile in queste ore: “Mia madre mi ha riferito che le strade in uscita dalla città sono paralizzate dal traffico, un traffico che lei non ha mai visto prima”. E se da un lato “il presidente Zelensky chiede alla popolazione di donare il sangue”, dall’altro, “la polizia chiede alla gente di riferire di avvistamenti di persone sospette, come possibili militari sotto copertura” e le piattaforme online "raccolgono fondi per i militari ucraini”, racconta Sasha. 

Insomma, nelle ore di caos successive all’invasione russa, Sasha non può che seguire con apprensione l’evolversi della situazione, ma un’improvvisa telefonata della madre durante l’intervista gli strappa un sorriso: sono riusciti a riunirsi e stanno comunque tutti bene.   

di Andrea Celauro

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