Un playmaker alla guida dello Sport Team
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Un playmaker alla guida dello Sport Team

RICCARDO SANTOLAMAZZA, UNA CARRIERA DA PROFESSIONISTA DEL BASKET, E' IL DIRECTOR OF SPORT OPERATIONS DEL BOCCONI SPORT TEAM

E’ una questione di competenze. A guidare lo sport giocato e gli studenti-atleti in Bocconi dalla fine del 2019, con il ruolo di Director of Sport Operations, è infatti Riccardo Santolamazza, 38enne romano che gli appassionati di basket ricordano nelle vesti di playmaker calcare i campi di mezza Italia per circa 20 anni, una carriera iniziata a Roma e terminata, perlomeno a livello professionistico, con la storica promozione dell’Urania Milano in A2, quando Riccardo ha deciso di accettare la chiamata del Bocconi Sport Team, un treno che passava e che bisognava prendere a tutti i costi: “Quando mi si è presentata questa opportunità ho pensato a quando, una quindicina di anni prima, giocavo in serie B a Patti, in Sicilia. Eravamo primi in classifica, una stagione splendida. A Reggio Emilia, in serie A1, si infortuna il playmaker titolare e mi propongono un ingaggio per sostituirlo. Rifiuto, per portare a termine la stagione a Patti. Ecco, quel treno l’ho perso”, ricorda Riccardo, “e non voglio perderne più”.

Eppure, dopo la promozione con l’Urania le offerte arrivano copiose da varie squadre, ma è ormai tempo di pensare al dopo, a un ruolo dietro la scrivania ma non troppo, visto che di fatto Riccardo Santolamazza si occupa di fare da collante tra tutte le squadre della polisportiva bocconiana e la direzione Sport e Wellness dell’Università. Un po’ in ufficio, molto sul campo. Anzi, sui campi, visti che gli sport di cui si occupa sono molti. “Fin da bambino il mio mondo è questo”. I genitori sono danzatori professionisti e il fratello Fabrizio è  assistente preparatore fisico della Nazionale italiana di basket che si è qualificata alle Olimpiadi di Tokyo. “Io ero naturalmente portato per praticare diverse discipline, compreso il calcio. Dovevo anche fare un provino alla Lazio, ma alla fine mio padre decise per il basket e fu una scelta azzeccata”. A 19 anni Riccardo ha fatto il suo esordio nella massima serie e da lì è iniziata una lunga avventura, con la consapevolezza di essere un privilegiato nel fare della propria passione un lavoro: “Gli allenamenti, le rinunce, il dover essere sempre performante non li ho mai vissuti come una pressione negativa, erano la mia vita. Non pensi che i tuoi coetanei possono fare cose che tu non puoi permetterti”, dice ancora Riccardo.  “Un atleta vive con una prospettiva diversa, essere sempre al meglio per guadagnarsi, in futuro, ingaggi migliori”.

In Bocconi Riccardo è il riferimento di tanti studenti-atleti che si rivolgono a lui per ogni genere di problema, dinamiche che lui ha vissuto in prima persona: “Le problematiche di campo e di spogliatoio sono sempre le stesse, a qualunque livello. Credo che la mia carriera sportiva mi abbia dato la capacità di relazionarmi con le persone e che questa, oggi, sia la mia più grande qualità. I ragazzi, soprattutto quelli del basket, sanno del mio passato e questo aggiunge credibilità alle mie decisioni. Io qui devo seguire anche discipline che conosco meno, ma in Università ho trovato un grande rispetto dei ruoli, un vero spirito di squadra che guida tutti verso l’obiettivo comune”. Nel suo ruolo Riccardo deve sbrigare anche alcuni aspetti burocratici. E’ stato lui, per esempio, ad aver seguito le procedure di omologazione dei campi del nuovo centro sportivo relazionandosi con le varie federazioni. Ma non ha ancora deposto del tutto le scarpe da gioco, anzi: “Faccio parte della squadra di basket del Bocconi Sport Team”, dice, “una bellissima esperienza al fianco di ragazzi più giovani che mi vedono come un punto di riferimento in un campionato, come la C Gold, tutt’altro che semplice”. Ma per Riccardo ogni partita è una sfida: “Competere è una cosa a cui sono abituato da sempre, non importa a che livello lo stai facendo. Bisogna dare sempre il massimo, in campo e fuori”.

di Davide Ripamonti

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