Architetture che raccontano una societa', un'epoca e una citta'
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Architetture che raccontano una societa', un'epoca e una citta'

NEL SETTANTACINQUESIMO ANNIVERSARIO DELLA SEDE BOCCONI DI VIA SARFATTI, UN INCONTRO E UN LIBRO PER RACCONTARE L'UNIVERSITA' DELL'EPOCA, IL COMPLESSO RAPPORTO CON GIOVANNI GENTILE E LA STORIA DELL'ARCHITETTO GIUSEPPE PAGANO, FASCISTA, ANTIFASCISTA E MARTIRE, MORTO DI LI' A POCO A MAUTHAUSEN

Settantacinque anni fa, il 21 dicembre 1941, si inaugurava la sede di via Sarfatti 25 dell’Università Bocconi, progettata da Giuseppe Pagano, l’architetto di origine istriana che di lì a poco, il 22 aprile 1945, morirà a Mauthausen, 13 giorni prima della liberazione del campo di concentramento.
 
L’edificio ha lasciato un’impronta non solo nella storia dell’Università, ma anche in quella dell’architettura italiana e nello sviluppo della città di Milano. Nei difficili anni a cavallo tra i Trenta e i Quaranta, con l’Italia pronta a entrare in guerra e i condizionamenti di regime alla vita intellettuale, la realizzazione dell’edificio è stata così tormentata, che lo stesso Pagano ebbe a definirla “un dramma in tre atti”. Se il dramma fosse scritto, i suoi protagonisti, oltre all’architetto, sarebbero Giovanni Gentile, il filosofo ed esponente di prestigio del regime che, in quegli anni, ha ricoperto l’incarico di vicepresidente dell’Università, e Girolamo Palazzina, il direttore della segreteria della Bocconi, ormai riconosciuto come il vero deus ex-machina dell’Università di quegli anni – “uomini che con intelligenza, energia, sacrifici personali, concretezza operativa e realismo politico hanno saputo far sì che la Bocconi, nei difficili anni Trenta e nei terribili primi anni Quaranta, continuasse a perseguire le ‘alte finalità creatrici di aristocrazie intellettuali’ indicate dai suoi fondatori”, sostiene il presidente della Bocconi, Mario Monti.
 
Martedì 20 dicembre (aula Perego, via Sarfatti 25, ore 17) l’incontro Da Pagano a oggi: architettura, università e città, ripercorrendo la vicenda dell’edificio, celebrerà il ruolo dell’architettura nello sviluppo di una città e farà luce sulla complessa figura di Pagano, “fascista, antifascista, martire”, dall’arruolamento tra i legionari di D’Annunzio nel 1920 all’attività nelle Brigate Matteotti, per la quale fu arrestato e deportato nel 1944. CLICCA QUI per il programma completo.
 
Nel corso dell’incontro sarà presentato il volume Architetture bocconiane (a cura di Aldo Castellano e Marzio Romani, con una Presentazione di Mario Monti e una postfazione di Bruno Pavesi, Egea, 2016, 228 pagine, fuori commercio), che racconta la vicenda della progettazione e della realizzazione dell’edificio, prima dal punto di vista dell’Università (nel capitolo scritto da Romani), poi da quello dell’architetto (Barbara Galli), fino a chiarire il ruolo di Pagano nella storia dell’architettura italiana (Castellano). Il capitolo conclusivo (di Stefano Casciani) è dedicato allo sviluppo successivo del campus Bocconi, con edifici progettati da una molteplicità di architetti italiani e stranieri (Muzio, Reggiori, Ceretti, Gardella, Bonucelli, Costa e Zanibelli, Nonis, Grafton Architects, Sejima e Nishizawa).
 
I documenti portati alla luce da Romani testimoniano la pluriennale ed estenuante opera di negoziazione con le autorità cittadine e statali per consentire all’Università di svilupparsi al di là di una sede (in largo Treves), non più sufficiente, e per il mantenimento dell’autonomia dalla politica. A testimonianza del micidiale intreccio, quando i lavori di via Sarfatti finalmente partono, risultano così lenti che susciterebbero le ire di ogni committente – se non fosse che la Bocconi ha tutt’altro a cui pensare, perché nello stesso giro di mesi l’Università viene colpita dalle leggi razziali e si trova costretta a rinunciare al rettore e ad alcuni docenti, nonostante le energie profuse, soprattutto da Gentile, per evitare un esito così nefando.

L'inaugurazione dell'edificio, con il Cardinale Schuster e Giovanni Gentile


di Fabio Todesco

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