Da Donatello all'Alfa Romeo, tutte le perle degli archivi della Biblioteca
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Da Donatello all'Alfa Romeo, tutte le perle degli archivi della Biblioteca

IL FONDO SAMINIATIPAZZI, CON LE ATTESTAZIONI DELLA CORRISPONDENZA TRA LO SCULTORE FIORENTINO E LA FAMIGLIA SAMINIATI, IL FONDO LURAGHI E LA DOCUMENTAZIONE SU POMIGLIANO D'ARCO, I TESSUTI DEL FONDO DELLA CAMERA DELLA MODA, LE FOTO E I DOCUMENTI DELLA RINASCENTE E L'ULTIMA LETTERA DI LUIGI BOCCONI AI SUOI GENITORI. UN PATRIMONIO DI DOCUMENTI STORICI FONDAMENTALE PER LA RICERCA

Ad un certo punto della sua vita, Donatello fu curato da un medico fiorentino, Giovanni Chellini, al quale in cambio delle cure donò un busto della Madonna, la famosa Madonna Chellini. Quel medico era il capostipite di quella che divenne nota nel fiorentino come la famiglia dei Saminiati, da San Miniato. Quel registro risalente al Quattrocento, che attesta lo scambio tra lo scultore e il medico, è uno dei moltissimi documenti raccolti nel fondo Saminiati-Pazzi, uno dei 13 fondi storici custoditi negli archivi della Biblioteca Bocconi. Archivi che nel loro insieme di 600 metri lineari (834 le scatole di carteggi, ognuna delle quali contiene diversi fascicoli con decine di lettere ciascuno), di fatto accolgono uno spaccato della storia economica e imprenditoriale d’Italia che va dal Quattrocento alla fine del Ventesimo secolo.

Il fondo Saminiati-Pazzi, racconta Tiziana Dassi, responsabile degli archivi e del Centro di documentazione europea della Bocconi, “è il fondo più antico qui custodito e testimonia dei rapporti commerciali ed economici della famiglia fiorentina e delle relative compagnie di banco con numerose città europee, tra cui Vienna, Amsterdam, Londra, Lione, Parigi, Cracovia”. Un’importanza fondamentale per la ricerca, in quanto fonte primaria preziosa e unica. Ma il fondo Saminiati, che fu acquisito negli anni Trenta del Novecento grazie all’allora ordinario di storia economica Armando Sapori, non è l’unica perla archiviata nei sotterranei della Biblioteca.

Tra gli altri fondi, c’è l’archivio della Camera Nazionale della Moda Italiana, “con documentazione dalla fondazione dell’associazione a Roma nel 1958 fino al trasferimento a Milano negli anni Ottanta e che comprende corrispondenza tra gli stilisti, le case di moda e l’associazione, bozzetti e perfino campionari di tessuto”, e c’è il fondo Giuseppe Luraghi, alumnus Bocconi e presidente dell’Alfa Romeo tra il 1960 e il 1974. Questo fondo contiene documenti che Luraghi mise insieme per la sua tesi di laurea sull’aviazione, ma anche moltissima documentazione sui suoi ruoli apicali. “Come le carte sulla realizzazione dello stabilimento Alfa di Pomigliano d’Arco, progetti, bozzetti e moltissime foto dell’epoca. Si tratta di un fondo molto importante per la storia industriale italiana e per il management pubblico”.

Inoltre, sono custoditi il fondo storico della Rinascente, raccolto dalla famiglia Brustio (un alto dirigente dell’azienda) che testimonia anche grazie alle tante foto la Milano dei primi anni del Novecento e della ricostruzione post-bellica, e l’Archivio storico dell’Università Bocconi, che unisce alle ultime lettere di Luigi Bocconi ai genitori, prima di morire in guerra, i primi verbali della fondazione dell’Università, la corrispondenza di Palazzina, storico  amministratore dell’Ateneo, e le foto dell’archivio Resti.

Insomma, un patrimonio storico non solo da preservare, ma anche da sfruttare per ricavarne dati utili per la ricerca: “Su questo ci muoviamo in un contesto sia nazionale, sia internazionale”, conclude Tiziana Dassi. “Siamo inseriti in un progetto di digitalizzazione e trascrizione dei documenti, derivato da Horizon 2020, che consentirà di effettuare anche ricerche per parola su questi documenti, rendendo così fruibile e accessibile la storia in essi contenuta”.

di Andrea Celauro

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