Gli open data al servizio della cultura e dello sviluppo sostenibile
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Gli open data al servizio della cultura e dello sviluppo sostenibile

VENERDI' 26 MAGGIO DUE INCONTRI ORGANIZZATI PRESSO LO SPAZIO OPENSIDE DAL CENTRO ASK, IN COLLABORAZIONE CON BOCCONI ARTS CAMPUS, NELL'AMBITO DEL FESTIVAL PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE 2017 PROMOSSO DA ASVIS, L'AGENDA ITALIANA PER GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE NAZIONI UNITE

L’attenzione che negli ultimi tempi viene rivolta al fenomeno degli open data sta gradualmente interessando anche l’ambito della cultura oltre ad impattare nel rapporto tra pubblica amministrazione e cittadino. Se ne discute il 26 maggio, dalle 10,30 alle 17,30, presso lo spazio Openside della Bocconi, nel corso di due diversi incontri.

“In senso stretto, l’espressione open data si riferisce a quei dati che possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e ridistribuiti da chiunque e per qualsiasi scopo”, spiega Aura Bertoni, del Centro Ask Bocconi. “In senso più ampio, l’open data è una filosofia e una pratica che vede nel libero accesso ai dati importanti opportunità per favorire lo sviluppo di nuove conoscenze e per incoraggiare la partecipazione”.

Beyond digitisation: the (re)use of open cultural data, questo il titolo dell’evento della mattina, offrirà una panoramica del fenomeno open data nel settore della cultura. In un primo tempo, infatti, il movimento dell’open cultural data è nato per rendere le istituzioni culturali più accessibili (OpenGLAM) mediante la diffusione su Internet delle loro collezioni digitali (artefatti, immagini e testi) e dei relativi metadati (come autori e titoli), per poi incoraggiarne il riuso creativo. Oggi la classe degli open cultural data include ogni altro dato elaborato da archivi, biblioteche e musei, i dati delle pubbliche amministrazioni, così come i dati provenienti dagli svariati attori coinvolti nella produzione e distribuzione culturale, compresi centri indipendenti, entità informali e organizzazioni private.

“Dedicare un incontro a questo tema è il primo passo nell’esplorazione dell’espressione del fenomeno open data nella cultura, della sua sostenibilità sociale ed economica, dei suoi legami con il turismo. Un tema che richiede, da un lato, approfondimenti sotto il profilo tecnico dell’accessibilità e sotto il profilo giuridico della legittimità del riuso, ma che dall’altro richiede riflessioni sull’open data come filosofia tesa a promuovere nuove visioni dei contenuti culturali e nuovi usi dei patrimoni informativi digitali”, aggiunge Paola Dubini, presidente di Bocconi Arts Campus.

Nel pomeriggio, dalle 14.30, Open data: trasparenza, partecipazione civica e crescita sostenibile, organizzato da Ask in collaborazione con Prioritalia, esplorerà le potenzialità dei dati aperti per la definizione di politiche e servizi pubblici, per aumentare la trasparenza, per creare nuovi spazi di partecipazione per la società civile e per ridurre i costi dei servizi esistenti e sostenere la creazione di nuovi servizi digitali, imprese e innovazione.

“Si chiede la costruzione di un nuovo rapporto dialogico tra cittadinanza e pubblica amministrazione”, conclude Bertoni. “Questo significa che, per molti documenti, informazioni e dati pubblici, gli enti non devono più attendere che siano i cittadini a chiedere, ma sono chiamati a pubblicare quanto in loro possesso”. 

di Andrea Celauro

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