OPINIONI |

All'e-tourism servono standard tecnologici

IN ITALIA LA MANCANZA DI INTEROPERABILITÀ TRA LE MOLTEPLICI COMPONENTI DELL'OFFERTA IMPEDISCE LO SVILUPPO DEL SISTEMA

di Rodolfo Baggio, professore a contratto di turismo e svilupoo locale alla Bocconi, coordina l'area sistemi informativi del Master in economia del turismo

L’e-tourism italiano fa grande fatica a decollare, è cosa nota. Molti e molto discussi sono i motivi, che riguardano soprattutto l’estrema frammentazione del settore. Si parla di piccole e medie industrie ma in realtà bisognerebbe parlare di nano e micro imprese, visto che oltre il 90% conta meno di cinque addetti. Inoltre, la mancanza di risorse e di competenze, sebbene il problema maggiore (per molte) sia riferibile a una scarsa apertura mentale verso il mondo web. Tuttavia, bisogna ammetterlo, negli ultimi tempi la voglia di conoscere e di confrontarsi sembra aumentata come testimonia il grande afflusso di operatori a manifestazioni formative come Bto a Firenze, Whr a Roma o Be-Wizard a Rimini.

Rodolfo Baggio

A guardar bene, però, oltre al frenetico cercar soluzioni per accostare, convincere e mantenere i clienti-turisti, altri fattori, spesso poco evidenziati o discussi, giocano un ruolo fondamentale. Uno riguarda la disponibilità, soprattutto per le nano e micro aziende, di strumenti adatti a gestire le transazioni fra di esse. Il mondo business-to-business è ancora un mondo largamente inesplorato. Eppure questo mondo, in generale su internet, è di gran lunga il più vasto: l’e-commerce mondiale B2B vale, infatti, oltre dieci volte quello B2C (business-to-consumer) quanto a fatturato.

Un altro riguarda l’ambiente necessario a sviluppare quelle caratteristiche di creatività e innovazione che molti, spesso a ragione, ritengono così importanti per il successo online, ma che vengono considerate il più delle volte “individuali”; tuttavia ciò rispecchia solo parte del problema. È noto, e la storia lo dimostra, che le peculiarità dell’ambiente svolgono un ruolo determinante nel favorire tali aspetti, ponendo seri limiti o favorendoli.

Uno degli aspetti più importanti in questo senso è la standardizzazione e l’interoperabilità delle componenti che servono ad assemblare i vari prodotti e servizi. Un mondo nel quale gli operatori di un certo settore siano riusciti a trovare un accordo, anche se minimo, su degli standard è un mondo nel quale è possibile dar sfogo alla fantasia concentrando le risorse, grandi o piccole che siano, nello sviluppare nuove idee invece che doversi curare dei più minuti dettagli. Esempi mirabili non mancano, dall’armonizzazione degli scartamenti ferroviari che, alla fine del XIX secolo, favorì i trasporti di persone e merci, all’adozione del container, scatola standard senza la quale, come afferma Levinson nel suo The Box, concetti come globalizzazione, efficienza produttiva, gestione delle scorte, o just-in-time sarebbero ancora solo interessanti speculazioni teoriche. Ultimi in ordine di tempo la stessa internet, il cui ambiente tecnologico standardizzato ha generato uno dei fenomeni più importanti della storia recente dell’umanità.

Fra i tanti sistemi usati dagli operatori turistici, manca quello, essenziale, che consenta l’incontro fra acquirenti e venditori in una piazza di mercato virtuale che faciliti transazioni in tempo reale per rispondere alle dinamiche del mercato, e che semplifichi e razionalizzi una filiera oggi complicata e poco efficiente. Elemento centrale è quello che riguarda i rapporti fra operatori (B2B) e le modalità tecniche con le quali essi comunicano e svolgono le loro attività. Le proposte in questo campo non mancano e non mancano metodologie e schemi razionali per scelte praticabili ed efficaci.

Una forte azione di policy istituzionale in questo settore, allora, deve avere come obiettivo quello di fare da catalizzatore rispetto a infrastrutture e standard di interoperabilità, e di favorirne la definizione e l’utilizzo. D’altra parte, gli operatori del settore devono rinunciare a posizioni di competizione spinta arrivando a un accordo minimo sugli standard di interoperabilità digitale per le loro offerte. Questo processo può, se ben gestito, favorire creatività e innovazione in un ambito cooperativo in grado di migliorare la competitività del nostro turismo.

 

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