Come sara' il lavoratore di domani
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Come sara' il lavoratore di domani

INVECCHIAMENTO DEI LAVORATORI, FEMMINILIZZAZIONE DELLA FORZA LAVORO, INNOVAZIONE TECNOLOGICA. QUESTE LE TRE FORZE PRINCIPALI CHE PLASMERANNO IL MONDO DEL LAVORO E LA SOCIETA' DEL FUTURO. A DIRLO TITO BOERI, PROFESSORE E DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA DELLA BOCCONI

di Valentina Gatti

L’invecchiamento della forza lavoro è un riflesso dell’invecchiamento della popolazione, dell’innalzamento dell’età pensionistica e dell’aumento dell’aspettativa di vita. Secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nel 2030 una persona su sei avrà almeno 60 anni, poiché nel 2030 la quota di popolazione di 60 anni e oltre passerà da 1 miliardo (dati 2020) a 1,4 miliardi. Entro il 2050, la popolazione mondiale di persone di 60 anni è destinata a raddoppiare raggiungendo i 2,1 miliardi. In particolare, si prevede che il numero di persone di 80 anni o più triplicherà tra il 2020 e il 2050, raggiungendo i 426 milioni di persone. L’aspettativa di vita è salita di oltre 40 anni dai 32 anni del 1900 ai 73 del 2020, stando ai dati dell’Oms. Un incremento che porterà con sé anche un innalzamento dell’età pensionistica, specie nei nove paesi Ocse (tra cui l’Italia) che legano il pensionamento legale per età con la speranza di vita.

Tutti questi fattori hanno condotto a un aumento dei lavoratori over 55. Nell’area Ocse, il tasso di occupazione dei lavoratori di 55-64 anni ha raggiunto il 64% nel secondo trimestre 2023, oltre l’8% in più rispetto a un decennio fa.
In proposito, Boeri spiega: “Ciò comporta un cambiamento nell’organizzazione del lavoro. I lavoratori più avanti negli anni possono formare i giovani perché nel tempo migliorano le abilità comunicative. Mentre perderanno abilità sul fronte nella rapidità di esecuzione, oltre che nell’esercizio dei lavori manuali e di fatica”. 

La riduzione della forza lavoro giovane è anche alla base della mancanza di lavoratori che lamentano le imprese. Basti pensare che secondo le stime del World Economic Forum entro il 2030 il talent shortage riguarderà più di 85 milioni di persone; ciò significa che potenzialmente circa 8,5 trilioni di dollari di entrate annuali non saranno realizzate.
“Il declino demografico avrà ripercussioni anche sulla creatività. Le grandi scoperte che hanno portato ai Nobel risalgono all’età giovanile. Avere meno giovani significa ridurre il tasso d’innovazione di un paese”, ammonisce l’economista. Inoltre, un alto numero di anziani e un basso numero di giovani mette a repentaglio il sistema pensionistico e sanitario a causa dell’aumento delle spese e del calo delle entrate per lo Stato. Nello studio intitolato “Finanziare il futuro: l'impatto dell'invecchiamento della popolazione sulle entrate ai vari livelli di governo”, l’Ocse prevede che l'invecchiamento della popolazione dovrebbe portare a un calo fino all'8% delle entrate delle amministrazioni pubbliche. “L’immigrazione può dare un importante contributo a livello demografico e di finanziamento ai sistemi pensionistici”, evidenzia Boeri.

Un’altra tendenza importante sarà la progressiva femminilizzazione del mondo del lavoro, con l’ingresso di un numero sempre maggiore di donne. “In alcuni paesi, come quelli Nordici, abbiamo quasi raggiunto la parità tra i generi nei tassi di occupazione; in altri paesi, come l’Italia, siamo molto in ritardo”, ammette Boeri. Secondo quanto riportato nel Global Gender Gap Report, ad oggi nessun Paese del mondo ha raggiunto la piena parità tra i sessi. Il punteggio complessivo del divario di genere per i 146 Paesi inclusi nell’edizione 2023 è del 68,4%, con un miglioramento dello 0,3% rispetto al 2022.
La progressiva femminilizzazione della forza lavoro comporterà in futuro una crescente adozione di modalità di lavoro flessibili e smart da parte delle imprese. Anche perché lo smart working è qui per restare. “Andremo verso il lavoro ibrido, con schemi di 3+2 o 2+3 giorni a casa e in ufficio. Occorre anche rafforzare la contribuzione per bassi livelli salariali, che potrebbe incrementare il potere contrattuale delle donne in famiglia, insieme alle politiche di conciliazione tra lavoro e responsabilità parentali con un’estensione dei congedi di paternità. Sarebbe utile anche incentivare i padri a prendere il congedo parentale”.
Un terzo trend importante del mondo del lavoro è l’innovazione tecnologica, trainata in primis da digitalizzazione e intelligenza artificiale. Un timore diffuso è che quest’ultima “rubi il lavoro” alle persone.

In proposito, Boeri conclude: “La storia dell’umanità è costellata dal pessimismo tecnologico, ma se guardiamo ai dati, la fine del lavoro non si è mai materializzata. Al contrario siamo in molti paesi ai massimi storici in quanto a tassi di occupazione. Tuttavia, l’intelligenza artificiale pone sfide nuove. In alcuni settori, come la ricerca economica e medica, è complementare al lavoro delle persone. In altri ambiti, può sostituire il lavoro umano. Pensiamo al lavoro dei doppiatori cinematografici, con cui mi sono confrontato di recente in preparazione del Festival Internazionale dell’economia, che avrà al proprio centro proprio le sfide poste dall’intelligenza artificiale”.
 

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