La mafia minaccia solo durante i cicli elettorali
OPINIONI |

La mafia minaccia solo durante i cicli elettorali

UNO STUDIO METTE IN EVIDENZA CHE LA VIOLENZA DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI COLPISCE I POLITICI LOCALI E IN PARTICOLARE I NUOVI SINDACI NEL PRIMO MESE DOPO L'INSEDIAMENTO

di Gianmarco Daniele, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche

L’Italia non è l’unico paese al mondo con problemi legati alla criminalità organizzata. Tuttavia, film e serie Tv, come Il Padrino e Gomorra, hanno reso popolari in tutto il mondo i gruppi criminali italiani. Sebbene i registi tendano a romanticizzare questo fenomeno, questi film ci aiutano a capire come la mafia può usare la violenza per influenzare e indebolire le nostre istituzioni.
I dati raccolti da una Ong (Avviso Pubblico) riportano 1.191 attacchi violenti verso i politici italiani nel periodo 2013-2015. Questi sono soltanto gli attacchi e le minacce riportati alle autorità, il numero reale è probabilmente molto più alto. In che modo la violenza politica influenza la politica italiana? In un recente studio pubblicato sul Journal of Public Economics, co-autorato con Gemma Dipoppa dell’Università della Pennsylvania, cerco di capirlo studiando i dati raccolti da Avviso Pubblico.
Perché i criminali attaccano i politici? Gli obiettivi delle organizzazioni criminali differiscono da un gruppo all’altro. Il crimine organizzato è definito come un’impresa criminale centralizzata, spesso internazionale, che cerca di infiltrarsi nella politica ed estrarre risorse pubbliche per ottenere benefici privati.
In Italia, secondo il nostro studio, la mafia minaccia spesso i politici per ottenere contratti governativi per la gestione dei rifiuti, degli appalti e altri servizi pubblici. I singoli politici che minacciano gli interessi mafiosi possono trovarsi in pericolo. Assalti fisici, incendi dolosi e minacce sono le tattiche preferite della mafia. Questi crimini costituiscono il 70% dei 1.191 attacchi documentati da Avviso Pubblico.
Nel 2016, il direttore di un parco nazionale siciliano, Giuseppe Antoci, ha subito un tentativo di omicidio dopo aver rafforzato i controlli antimafia sulle imprese locali che si candidano a lavorare nel parco. Altri politici sono invece corrotti e contribuiscono al problema del crimine organizzato italiano condividendo profitti illegali con la mafia. «Dobbiamo saziarci tutti», ha dichiarato un burocrate campano intercettato mentre riceveva tangenti dalla mafia. Tra il 1991 e il 2018, la polizia italiana ha sciolto 266 consigli comunali per legami con le organizzazioni criminali.
È interessante notare che nessuna delle documentate violenze politiche riguarda politici nazionali, probabilmente perché attaccare politici ben noti porterebbe maggiore esposizione mediatica. Al contrario, gli attacchi si concentrano sui politici locali. I sindaci sono stati l’obiettivo di 310 dei documentati 1.191 attacchi dal 2013 al 2015.
Gli italiani lo sanno, perché queste storie si diffondono quotidianamente sui giornali locali. Per esempio, il sindaco di Marcianise, una città vicino a Napoli, lasciò l’incarico all’inizio del 2018 dopo un’ondata di minacce. E il sindaco di Rizziconi, nella provincia di Reggio Calabria, è stato inserito nella lista nera da alcuni membri della comunità (e anche da alcuni dei suoi parenti) dopo aver denunciato le tattiche di pressione subite dalla mafia.
Gli attacchi della mafia ai politici sono solitamente collegati al ciclo elettorale. Nelle regioni in cui le organizzazioni criminali sono più potenti (come la Sicilia, la Calabria e la Campania) la nostra ricerca ha rilevato che la violenza politica è molto più probabile subito dopo le elezioni locali. Gli attacchi verso i politici sono il 25% più probabili nelle quattro settimane successive all’elezione di un nuovo sindaco. Questa strategia ha un significato specifico: inviare un messaggio ai neo-eletti e comunicare i rischi associati a politiche avverse ai gruppi mafiosi. 

La violenza politica ha effetti anche sulla selezione politica: in una precedente ricerca mostro che se candidarsi in politica sembra un lavoro pericoloso, gli individui più competenti ed istruiti saranno scoraggiati dal candidarsi. E mentre il crimine organizzato si arricchisce, i nostri studi mostrano che la politica si impoverisce.

Ultimi articoli Opinioni

Vai all'archivio
  • Ce la faranno Usa e Cina a fuggire alla trappola di Tucidide?

    Le due potenze si fronteggiano in una guerra commerciale che non e' escluso possa diventare guerra vera e propria. Una guerra fredda, tuttavia, e' gia' in corso e sta portando a una polarizzazione che ridurra' il potenziale di crescita e l'affacciarsi della stagflazione

  • Il giusto equilibrio contro gli shock

    Assicurazione contro la disoccupazione o lavoro a tempo ridotto? Meglio tutelare i lavoratori o i posti di lavoro? La risposta puo' essere la complementarita' dei sistemi

  • La fuga degli onesti

    I migranti tendono a essere piu' onesti di chi rimane nei luoghi di origine. Luoghi che, di conseguenza, sono privati di capitale sociale, con effetti negativi sulla produttivita', sulla crescita e sulla qualita' delle istituzioni

Sfoglia la nostra rivista in formato digitale.

Sfoglia tutti i numeri di via Sarfatti 25

SFOGLIA LA RIVISTA

Eventi

Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30