40 ore settimanali. Di straordinario
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40 ore settimanali. Di straordinario

MORIRE DI LAVORO SI PUO', MA ANCOR PIU' PER LA VERGOGNA DI AVER DELUSO LE ASPETTATIVE DEL CAPO. TRA LISTE DI PROSCRIZIONE E INTERVENTI NORMATIVI IL GOVERNO NIPPONICO CERCA DI ARGINARE LE PIAGHE DI KAROSHI E KAROJISATSU. MA LA SOCIETA' NON SEMBRA ESSERE ANCORA PRONTA

di Elisa Bertolini, assistant professor presso il Dipartimento di studi giuridici

Il karōshi (過労死), cioè la morte-æ­» (shi) da troppo-過 (ka) lavoro-労 (rō), e la sua variante del karōjisatsu (過労自殺), il suicidio indotto dal troppo lavoro, sono le due piaghe che affliggono il mondo del lavoro nipponico.
Secondo un sondaggio governativo del 2015, un quarto delle compagnie giapponesi impegna i propri dipendenti con 80 ore mensili di straordinari, quasi mai retribuiti. In aggiunta, circa il 12% dei lavoratori arriverebbe a 100 ore mensili di straordinari, quando al di là della soglia di 80 ore la morte per karōshi diventa concretamente possibile. L’anno 2015 ha registrato 2.159 suicidi, di cui 93 imputabili con certezza al karōshi e 96 vittime di infarti (probabili karōshi).
Il fenomeno è connaturato alla società nipponica e le misure adottate dal governo per contrastarlo sono state finora poca efficaci, complice un diritto del lavoro senza denti (mancanza di adeguati strumenti di enforcement) e che andrebbe radicalmente modificato, in particolare la Labour Standard Law (労働基準法-rōdōkijunhō) del 1947.

La società nipponica è fortemente gerarchizzata e caratterizzata dalla ricerca del successo lavorativo; inoltre, essendo essa fondata sulla vergogna, il rischio di deludere le aspettative dei superiori induce il lavoratore a lavorare anche oltre le proprie possibilità.
Il ripensamento del ruolo del lavoratore e dei suoi diritti nel contesto sociale e aziendale è imprescindibile per qualunque campagna contro il karōshi che voglia sperare di avere successo. Una soluzione alternativa privilegia invece l’intervento governativo secondo due direttrici: fare pressione sulle grandi aziende e una riforma organica del diritto del lavoro. Per il momento, la scelta è caduta sulla prima soluzione: per una società basata sulla vergogna, la pratica dello shame delle cosìdette black companies (ブラック企業-burakku kigyō) tramite una lista pubblicata sul sito del ministero della Salute, lavoro e welfare è sembrata la misura più adeguata.
La lista, per il periodo 1/10/2016-30/6/2017, contiene i nomi di 334 compagnie sotto indagine giudiziaria per violazioni sul lavoro, karōshi incluso. Si articola su sei colonne: nome dell’azienda colpevole di violazioni dei diritti dei lavoratori; sede della stessa; data in cui le autorità del lavoro hanno consegnato la documentazione alla magistratura; disposizioni legislative violate; riassunto delle accuse e numero di dirigenti denunciati.
La permanenza sulla lista, aggiornata mensilmente, è di almeno un anno, fatta salva l’adozione di misure riparatorie e correttive che comporta la cancellazione.
Un’ulteriore misura governativa consiste nel Premium Friday: i lavoratori sono invitati a lasciare il posto di lavoro alle ore 15 ogni ultimo venerdì del mese per stare con la famiglia.
Le aziende, su pressione governativa, hanno poi adottato lo spegnimento delle luci nei propri uffici tra le 22 e le 5 del mattino. Tuttavia, la volontarietà di tali misure ne pregiudica l’efficacia.

Il governo si sta muovendo anche sulla via della riforma del diritto del lavoro e, con l’accordo dei sindacati, la proposta prevede di fissare a 45 ore mensili e 360 annuali il tetto massimo di straordinari, con la possibilità però di un massimo di 100 ore di straordinari in un singolo mese o di 80 ore mensili per un periodo da due a sei mesi. Invariato rimane l’art. 41 LSL laddove dispone che coloro che occupano ruoli manageriali siano esclusi da qualunque restrizione in merito al tetto di straordinari così come al loro pagamento. Nessuna proposta di modifica, invece, dell’art. 36 che consente a azienda e dipendenti, previa conclusione di un management agreement, da registrarsi presso il Labour Standard Inspection Office, di rinunciare al tetto di straordinari che l’art. 32 limita a 40 settimanali ovvero a non più di 8 al giorno (derogabili in casi di particolare necessità, ex art. 32-2/32-5). Risulta chiaro come la modifica dell’art. 36 sia più di tutte imprescindibile per un serio contrasto del karōshi. Ma la società nipponica sembra non essere ancora pronta.
 

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