Un titolo che crea lavoro

GRAZIE AI TEE IL SETTORE DELL'EFFICIENZA ENERGETICA E' IN CONTROTENDENZA RISPETTO ALLA CRISI ECONOMICA

di Arturo Lorenzoni, research fellow presso lo Iefe Bocconi

I Tee, Titoli di efficienza energetica, detti anche certificati bianchi, rappresentano un’innovazione tutta italiana introdotta dal regolatore nel 2001, avviata operativamente tre anni dopo, nel 2004, e in seguito copiata da molti paesi. Uno strumento per stimolare il sistema nel suo complesso attraverso il mercato gli investimenti e per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, dei cicli produttivi, delle stesse imprese. Oggi lo strumento ha raggiunto la sua maturità e ha avviato in Italia un nuovo settore, forte di professionisti dedicati e un buon giro d’affari, preziosissimo per dare respiro al settore dell’edilizia e dell’impiantistica in forte contrazione. Il quadro normativo nazionale è stato aggiornato dal decreto ministeriale 28 dicembre 2012 e dal decreto legislativo 102/2014 di attuazione della direttiva europea 2012/27/UE sull’efficienza energetica, aggiustando le imperfezioni che man mano si evidenziavano nelle regole di mercato. Dal punto di vista energetico, dal 2005 al 2015 i risparmi certificati ammontano a 21,8 Mtep (megatep, un milione di tonnellate equivalente di petrolio), ovvero il 17,6% dei consumi finali del 2015, un risultato significativo sia sul piano economico che ambientale.

Il ministero dello Sviluppo economico ha recentemente emanato lo schema di nuovo decreto per disciplinare il mercato dei Titoli di efficienza energetica, fissando obiettivi ambiziosi di risparmio fino al 2020 e cambiando leggermente alcune regole del mercato, con un obiettivo, nei prossimi quattro anni, di 36,4 Mtep di risparmi ulteriori. È un documento importante, perché nel porre degli obiettivi che arrivano al 2020 dà stabilità al mercato e consente di investire sulle persone e sulle competenze. Inoltre, semplifica alcuni passaggi amministrativi e allunga il periodo di riconoscimento dei Tee ai progetti, consentendo un numero maggiore di interventi. In presenza di una contrazione reale dell’economia, il settore dell’efficienza è in chiara controtendenza, capace di creare lavoro, migliorare le prestazioni ambientali del paese e di assicurare ritorni sugli investimenti nel lungo periodo, grazie anche a un profilo di rischio contenuto quando le diagnosi energetiche siano redatte con giudizio e competenza.

Misure no regret, come si usa dire.  Oggi possiamo affermare che l’efficienza energetica rappresenta un vero e proprio settore dell’economia, con professionalità dedicate, imprese (le Esco, aziende che ottengono profitto esclusivamente dal risparmio che consentono di far conseguire ai propri clienti), progettualità. È significativo che le maggiori imprese energetiche del nostro paese si siano attrezzate con aree di business dedicate, quando non abbiano addirittura creato delle controllate ad hoc. Il modello di business nella fornitura di energia si è così radicalmente trasformato: oggi sempre più l’energia pulita e più economica è quella non consumata!