L'acquisizione per sbloccare piu' rapidamente la fiducia dell'industria
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L'acquisizione per sbloccare piu' rapidamente la fiducia dell'industria

LA SCELTA DELLA EXIT DI PATCHAI, LA STARTUP COFONDATA DALL'ALUMNUS ALESSANDRO MONTEROSSO

Entrare in un settore di nicchia, molto regolamentato e con un’opinione pubblica attenta a ogni sua novità, non è cosa immediata. Innanzitutto, bisogna conquistarsi la fiducia di quel mercato e così ha iniziato a fare Patchai, startup italiana nata nel 2018 e specializzata nella digital health, che da metà novembre 2021 fa parte della multinazionale americana Alira Health, con 20 anni di esperienza al servizio di clienti a livello globale. “L’acquisizione ci aiuta a sbloccare più rapidamente la fiducia del settore”, conferma Alessandro Monterosso, alumnus Bocconi e co-fondatore e ceo di Patchai. “Inoltre, entrare in Alira Health ci consente di sviluppare ulteriormente le nostre piattaforme digitali intelligenti, pensate per migliorare il coinvolgimento dei pazienti nella ricerca clinica e per aumentare l’efficienza complessiva della ricerca stessa. Il tutto fornendo in tempo reale i risultati sulle condizioni di salute dei pazienti”. L’operazione da parte di Alira Health ha iniziato a delinearsi mentre Patchai stava per concludere una nuova fase di raccolta fondi. Ma il valore aggiunto dell’offerta del gruppo americano è stato, sempre secondo Monterosso, poter accedere a un importante storico di esperienze e competenze multidisciplinari acquisite.

“La visione di entrambe le realtà aziendali, inoltre, coincide nel mettere al centro il paziente”, prosegue il ceo di Patchai che ha sviluppato un assistente virtuale empatico per i pazienti che partecipano a studi clinici decentralizzati o stanno seguendo un percorso di cura standard. Obiettivo: stimolare il loro coinvolgimento attraverso il dialogo con l’assistente virtuale capace di adattarsi alla persona umana che parla. Tra gli obiettivi di Patchai c’è quello di continuare a ridurre progressivamente il tasso di abbandono tra i pazienti che, rallentando la conclusione della ricerca clinica, rappresenta non solo un ostacolo per la scienza ma anche un danno economico. Senza dimenticare che il Covid-19 ha peggiorato la situazione facendo salire i casi di abbandono e ritardando gli studi fino a farne diventare i dati obsoleti, in alcuni casi. Risultato: il 77% delle ricerche è stato sospeso o ha subito significativi rinvii mentre il 47% mostrava l’urgenza di passare a un’evoluzione virtuale.

“Quella da remoto è e rimarrà anche in futuro una modalità di pensare e organizzare la ricerca clinica”, ricorda Monterosso. “La pandemia ha accentuato il trend che rende sempre più essenziali i nostri servizi, specie se le visite in presenza vengono interrotte”. Patchai, nel 2020, ha visto aumentare il suo organico a quota 35 dipendenti dai precedenti 15. Con l’acquisizione, si sposta sotto la capogruppo statunitense sia il team dei fondatori della startup sia tutti i dipendenti. Tra i clienti di Patchai ci sono le case farmaceutiche Novartis e Roche. Prossimo passo: “inserire il nostro assistente virtuale via app all’interno di pacchetti più completi, che comprendano ora i servizi prima garantiti da partner esterni e adesso offerti da Alira Health”, conclude Monterosso.

Biografia 
Alessandro Monterosso ha iniziato la sua carriera come infermiere di ricerca clinica all’Università di Padova, si è specializzato in ricerca clinica all’Università di Trieste, ha conseguito un Master in International Healthcare, Economics and Policy presso SDA Bocconi School of Management e successivamente un master in Leadership & Innovation al MIT di Boston. “SDA Bocconi mi ha permesso di esprimere concretamente la vision della scuola: empowering lives through knowledge and imagination”, ricorda Monterosso. “È stato un percorso intenso attraverso il quale mi sono messo costantemente alla prova uscendo dalla mia comfort zone e spingendomi oltre i limiti”.

di Camillo Papini

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