Piu' che un'exit, un matrimonio
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Piu' che un'exit, un matrimonio

NATA NEL 2013 SU IDEA DI ALESSANDRO PETAZZI, MUSEMENT E' UNA PIATTAFORMA CHE PROPONE 50 MILA ESPERIENZE TURISTICHE IN 80 PAESI DEL MONDO

«L’exit, se riferita a una start up, è una parola fuorviante». Ne è convinto Alessandro Petazzi, co-fondatore e amministratore delegato di Musement, la piattaforma che propone 50.000 esperienze turistiche e attrazioni prenotabili in 80 paesi del mondo. Un’avventura nata nel 2013 dall’unione di quattro imprenditori con diverse esperienze alle spalle. Alessandro, in particolare, dopo la laurea in Bocconi in Economia aziendale, ha partecipato alla start up di Fastweb, acquisendo in quell’occasione un’esperienza fondamentale da mettere a frutto nella successiva avventura imprenditoriale di Musement.
«Dal punto di vista formale l’exit avviene quando si cedono le quote dell’azienda. Ma questo non significa che l’azienda finisca. Noi fondatori di Musement, per esempio, abbiamo ceduto la totalità delle quote a Tui (multinazionale tedesca da 20 miliardi di fatturato annuo), ma continuiamo a fare quello che facevamo prima». Perché il tema vero, sottolinea Petazzi, è industriale: «Con le nostre forze saremmo potuti crescere solo a piccoli passi. Per fare un salto serviva la sinergia giusta». Come quella con Tui, che ha messo a disposizione di Musement una base clienti enorme e consolidata, ricevendone in cambio una tecnologia e competenze che non aveva.
Che la scelta sia stata vincente lo dimostrano i numeri: «Prima dell’acquisizione avevamo 130 dipendenti e un fatturato di 35 milioni. A un anno dall’accordo i dipendenti sono 220, per un fatturato di quasi 100 milioni». Solidità, continuità e ottime prospettive: se questi sono i risultati, quello di Musement più che un’exit è stato allora un matrimonio perfetto. Utile anche per trarre una considerazione importante per chiunque sogni di lanciare una start-up: «Non basta l’entusiasmo dell’idea», chiosa Alessandro, «serve la consapevolezza di ciò a cui si va incontro. Perché una volta che l’idea cresce diventa qualcosa di reale, che implica una responsabilità verso le persone coinvolte». E dalla responsabilità, quella vera, non esistono «exit».
 

di Emanuele Elli

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