Il country head di Pimco a capo della BAA di Como

AREA LEADER DA CIRCA UN ANNO, GANDOLFI E' IL NUMERO UNO ITALIANO DEL COLOSSO DELL'ASSET MANAGEMENT, UN SETTORE USCITO RAFFORZATO DALLA CRISI

Un gruppo di alumni è un asset e alla guida dell’Area Como della BAA c’è una persona che di asset management se ne intende. È Alessandro Gandolfi, country head Italia di Pimco Europe ltd., il branch europeo della società di gestione che, a livello globale, amministra un patrimonio di circa 1.600 miliardi di dollari.

Qual è stato il suo percorso nel settore?
Ho iniziato la mia esperienza al Credito Italiano e solo nel 1997 sono entrato nell’asset management grazie a Imi Fideuram, società di gestione che in quel periodo stava creando un team di lavoro che si occupasse degli investitori istituzionali, realtà che prima di allora non esisteva in Italia. Proprio in quel momento stavano partendo i primi mandati di selezione di fondi di gestione. Sono rimasto in Imi Sanpaolo (il nome che prese in un secondo momento) per dieci anni fino a raggiungere la responsabilità del team istituzionale di Sanpaolo asset management.

E il primo contatto con Pimco?
Nel 2006, a una review di portafoglio. In quel periodo Pimco non aveva ancora molti mandati di gestione in Italia. A quell’incontro mostrarono la loro preoccupazione per la situazione dei mutui subprime negli Usa e io feci parecchie domande in proposito, in quel momento in Italia era un argomento del quale si sapeva poco. Rimasero colpiti da questo interessamento e nel novembre di quell’anno entrai ufficialmente nella società. Per i primi tre anni mi chiesero di lavorare a Londra. Fu un periodo molto intenso, che coincise con l’esplosione della crisi finanziaria.

Com’era l’ambiente?
Intenso e competitivo. La prima cosa che feci fu di conquistare la fiducia dei miei colleghi, quasi tutti Mba delle migliori università americane.

Ha citato la crisi. Che impatto ha avuto nel vostro settore?
In realtà è stata un vantaggio, per tre motivi. Primo: ha messo in evidenza tra i risparmiatori che il fai-da-te non era più una sicurezza per il portafoglio. Secondo: ha spinto alla diversificazione perché, con l’abbassamento dei tassi di interesse, gli investitori non trovavano più vantaggi nel rivolgersi a strumenti classici come i titoli di Stato. E, terzo, la forte regolamentazione del settore bancario conseguente alla crisi ha costretto le banche a ridimensionare aree di attività come quelle dell'investment banking che prima competevano con le soluzioni di asset management. Elementi strutturali come  demografia, tecnologia ed eccesso di indebitamento secondo noi non permetteranno  ai tassi di risalire ai livelli pre-crisi e questo, che noi a Pimco abbiamo chiamato ‘nuova neutralità’, non potrà che spingere ancora di più gli investitori a cercare  soluzioni diversificate favorendo ulteriormente il settore dell'asset management.

Area leader di Como da circa un anno. Su cosa puntate?
Sull’industria, su finanza e private banking, sulla cultura e sulle professioni. Sui primi tre temi abbiamo già organizzato degli eventi, ora stiamo pianificando un incontro anche sul quarto.
 

di Andrea Celauro