Tommaso: in giuria al Festival del Cinema di Venezia a 25 anni
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Tommaso: in giuria al Festival del Cinema di Venezia a 25 anni

10 GIORNI, 38 FILM VISTI E L'EMOZIONE DI AVER RAPPRESENTATO L'ITALIA NELLA GIURIA DELLE GIORNATE DEGLI AUTORI, UNA SEZIONE DEL FESTIVAL. L'ESPERIENZA DI TOMMASO SANTAMBROGIO, ALUMNUS BOCCONI CON IL SOGNO DI DIVENTARE AUTORE CINEMATOGRAFICO

Non esiste aspetto della sua vita che non sia pervaso dal cinema: dalle tesi di laurea ai corsi di sceneggiatura, dalle recensioni di film sul giornale degli studenti al suo sogno di diventare un autore cinematografico. Tommaso Santambrogio, neolaureato in Economics and Management in Arts, Culture, Media and Entertainment (ACME) alla Bocconi, ha da poco concluso la sua ennesima esperienza in ambito cinematografico: quella di giudice alla 74° mostra del cinema Venezia. “Ho vinto un concorso bandito dal Parlamento europeo per rappresentare l’Italia come membro della giuria delle Giornate degli autori, una sezione del Festival”, spiega. La giuria era composta da altri 27 giovani, ognuno per paese dell’Unione. Il suo compito, quello di visionare tutti i film della sezione e di partecipare ogni due giorni a un incontro in cui discutere i film con gli altri giurati e con la presidentessa di giuria, la regista iraniana Samira Makhmalbaf.

“Durante il nostro primo incontro ci ha chiesto di prenderci tutti per mano e di stare in silenzio per connetterci l’uno all’altro per un paio di minuti, ho pensato fosse curioso ma è servito”, racconta Tommaso, che naturalmente non si è limitato a vedere i film di sua competenza. “Ne ho visti 38”, ammette, “per non perderne uno, con altri giudici, abbiamo fatto una lunga corsa sotto un acquazzone”. Tra i suoi compiti c’è stato anche quello di visionare i film selezionati per il Premio Lux, assegnato a film di produzione europea, “motivo per cui”, spiega, “ho anche partecipato a incontri con europarlamentari e oggi sono ambasciatore italiano di questo premio, il che comporta dover presentare i film in questione in alcune sale cinematografiche italiane”. Ciò che ricorderà sempre di questa esperienza è la sensazione di completa sintonia con gli altri giudici: “Parlavamo tutti una lingua diversa, ma ci sentivamo un corpo solo”, racconta, “Dico solo che dopo aver visto 120 battiti al minuto, di Robin Campillo, in concorso per il Premio Lux, siamo usciti dalla sala e non ci siamo parlati per più di un’ora, perché condividevamo tutti lo stesso desiderio di elaborare ciò che avevamo appena visto, e non c’è stato bisogno di dircelo”.

La vita di Tommaso ruota tutta intorno alla sua passione per il cinema. Il suo primo amore è stato Manhattan di Woody Allen, gli amori più “recenti” sono i film di Michelangelo Antonioni, “in particolare sono legato a quella che viene chiamata la sua Trilogia dell’Incomunicabilità”, e le opere di Michael Cimino: “Sul suo I Cancelli del Cielo, film che ha portato al fallimento della produzione United Artists, ho scritto la tesi triennale”, spiega. Anche la tesi magistrale l’ha scritta sul cinema: “Tratta il modello del prezzo dinamico applicato alle sale cinematografiche italiane”, precisa. Poi ci sono i corsi di critica e sceneggiatura, il suo periodo di aiuto proiezionista volontario per un piccolo cinema, le recensioni di film scritte per Tra i Leoni, uno dei media universitari, il cortometraggio che ha da poco finito di girare. E infine il suo sogno nel cassetto: “Come mi vedo tra dieci anni? Spero di essere autore e produttore cinematografico”. 



di Benedetta Ciotto

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