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Un giro del mondo a caccia di talenti

ANTONIO CALCO' LABRUZZO A SOLI 35 ANNI E' CAPO DELLE RISORSE UMANE DEL GIGANTE COFCO, CON BASE A GINEVRA

Una passione per le risorse umane e un curriculum che, a soli 35 anni, comprende alcune delle realtà più importanti e più note del panorama internazionale. Antonio Calcò Labruzzo, palermitano, laureato in Economia aziendale, è oggi group global head of human resources-corporate function del gigante del trading di commodities Cofco, con base a Ginevra. “Produciamo e compriamo materie prime in tutto il mondo e le rivendiamo organizzando il trasporto. I volumi delle merci trattate, e il relativo valore economico, sono enormi”.
Calcò Labruzzo ha lavorato in L’Oreal, General Electric, Vodafone, Heinz, realtà, quest’ultima, dove è scattata la scintilla per l’estero, sempre nei settori del talent e delle risorse umane, ma ampliando a ogni passaggio le proprie competenze. “La vera svolta è avvenuta quando lavoravo in Coesia, sede di Bologna, dove ricoprivo il ruolo di capo mondiale del talent. Dopo due anni mi sono trasferito a Shanghai, un’esperienza che ho sempre desiderato anche per ragioni personali oltre che professionali. In questa città gigantesca e in continua trasformazione avevo la responsabilità di tutta l’area Asia Pacific, il mio lavoro consisteva nell’integrare nel gruppo società che avevamo da poco acquisito e creare una struttura di Region”. A Shanghai Calcò Labruzzo rimane quasi tre anni, il tempo, spiega, “di formare un solido team di management locale. Era un lavoro stimolante ma anche molto duro, in continuo viaggio tra i 15 paesi che gestivo in tutta l’Asia. Dopo tre anni di Cina mi si è presentata l’opportunità di un ruolo globale e così ho deciso di cogliere questa ulteriore sfida”.

Nella scelta ha influito molto anche la sede, Ginevra, una città dall’altissima qualità della vita e contraddistinta da un elevato tasso di internazionalità, dove approda nel 2015 entrando in Cofco: “Qui ci sono le sedi di molte multinazionali dei più svariati settori”, spiega ancora il manager, “nel mio head quarter, per esempio, solo il 5% delle persone sono svizzere e tra il personale sono rappresentate ben 35 differenti nazionalità. La lingua ufficiale è l’inglese. L’equilibrio che si trova qui non è comune, per tutte queste ragioni penso che sarà una permanenza lunga... almeno per i miei standard”.
 

di Davide Ripamonti

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