Katerina, triatleta e studentessa, trova tempo per il nuoto alle 23
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Katerina, triatleta e studentessa, trova tempo per il nuoto alle 23

KATERINA SAPARI, CAMPIONESSA GRECA DI TRIATHLON E ISCRITTA AL MASTER SDA IN ARTS MANAGEMENT AND ADMINISTRATION, RACCONTA DI COME CON DEDIZIONE, PASSIONE E DISCIPLINA RIESCE A CONCILIARE STUDIO E AGONISMO

“Sveglia alle 6,00, colazione e una sessione di spinning. Poi le lezioni in università e, tra una pausa e l’altra, gli allenamenti. Alle 23,00 un’ora di nuoto, poi la cena, lo studio e il risposo”. È più o meno questa la giornata tipo di Katerina Sapari, studentessa del Master in Arts Management and Administration (MAMA) (SDA Bocconi School of Management) e campionessa greca di triathlon. Conciliare agonismo con un Master full-time non è facile. “Sono entrambe attività impegnative, motivo per cui organizzo le mie settimane nel dettaglio: lezioni, compiti, allenamenti, gare, viaggi all’estero”, dice l’atleta, che si allena 6 ore al giorno, 7 giorni su 7. “A rendere tutto ancora più difficile è il fatto di dovermi allenare da sola, senza il mio coach e i miei compagni di squadra, soprattutto perché il triathlon è mix complesso di velocità, tecnica e strategia. Ma sono positiva è so che con l’ambizione, la disciplina, la perseveranza e la passione tutto è possibile”.

Katerina compete non solo a livello nazionale (è stata 15 volte campionessa di nuoto e di gare multisport), ma anche europeo: nel 2016 si è infatti piazzata quinta nell’Aquathlon European Championships. È stata la sua passione per l’arte a spingerla a iscriversi al MAMA: “Il teatro è una tradizione famigliare, mia nonna era un’attrice. Prima di arrivare a Milano, oltre ad aver studiato comunicazione e mass media all’Università di Atene, ho anche frequentato dei seminari di teatro e dramma antico”, racconta. “La fusione tra lo sport e l’arte può far nascere eventi meravigliosi, come le Olimpiadi”.

Certo anche per Katerina ci sono le giornate no: “A volte la mia routine frenetica mi pesa e penso che mi piacerebbe avere una vita più normale”, ammette. “È in questi momenti di fragilità che trovo il supporto dei miei amici. Spesso, quando ci sono dei lavori di gruppo, i miei compagni spostano i loro impegni per venirmi incontro. Non so come farei senza il loro sostegno”. 

di Benedetta Ciotto

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