Massimo Marinacci e la matematica che da' valore estetico alla teoria economica

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLE DECISIONI STUDIA I PROCESSI DECISIONALI IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA ED E' TITOLARE DELL'AXA BOCCONI CHAIR IN RISK

Nel 1998 Massimo Marinacci è assistant professor presso il Dipartimento di economia dell’Università di Toronto in Canada, ma desidera tornare in Italia. “Volevo costruire qualcosa di positivo nel mio paese. Volevo restituire in parte quello che l’Italia, con il suo sistema di istruzione eccellente, mi aveva dato dalle scuole elementari fino all’università. Sentivo anche di poter dare un contributo all’internazionalizzazione dell’ambiente accademico nelle discipline economiche in Italia insieme a colleghi che avevano condiviso con me un percorso di studio e di lavoro all’estero. È ciò che mi ha portato a fare il direttore di dipartimento prima a Torino e poi in Bocconi”.
 
Alla Bocconi Marinacci dirige il Dipartimento di scienze delle decisioni e, dal 2011, è titolare della AXA-Bocconi Chair in Risk. E proprio in Bocconi ha cominciato il suo percorso come studente, negli anni ’80, spinto dalla passione per gli aspetti formali e sociali dell’economia. “Amavo allo stesso modo la storia e la matematica: l’economia mi sembrava il modo ideale per unire i miei due interessi. Ho cominciato a fare ricerca in economia spinto da una profonda curiosità sia per i temi alla frontiera della scienza economica sia per il mondo in cui viviamo, in continuo cambiamento. Questa curiosità è sempre stata guidata dalla voglia di scavare in profondità, cioè di capire i fenomeni in modo sostanziale e con un ‘cannocchiale’ rigoroso dal punto di vista logico-formale, andando oltre l’apparenza”. Così, dopo il dottorato alla Northwestern University negli Stati Uniti e i due anni passati a Toronto, Marinacci insegna a Bologna e a Torino.
 
Ama avventurarsi nell’analisi delle scelte in condizioni di incertezza e nello studio dei processi decisionali che essa condiziona. Ammira il “valore estetico” della teoria economica e la sua rilevanza nella vita quotidiana, e ha contribuito a sviluppare modelli che descrivono il processo di scelta in condizioni di incertezza. “Il piacere della scoperta nella ricerca e il contatto quotidiano con gli studenti sono gli aspetti più gratificanti del mio lavoro, che è dal mio punto di vista il lavoro più bello al mondo”, dice. “La sfida del Dipartimento, ora, è mantenere l’alta qualità che lo caratterizza ed espandersi in nuove aree. Dobbiamo diventare leader nei nuovi metodi quantitativi legati alla computer science, che saranno sempre più centrali anche nelle tradizionali aree di interesse della nostra università”.
 
A diciotto anni di distanza da quel 1998, Marinacci non si pente di essere tornato in Italia. Anzi. “In particolare in Bocconi, che premia il merito scientifico in modo strutturale ed è competitiva a livello internazionale”.

di Claudio Todesco