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Paola, un cuore musicale liberato dal jazz

ALLA SUA ATTIVITÀ DI DOCENTE DI ACCOUNTING IN BOCCONI E COMMERCIALISTA PAOLA PARIS ALTERNA LA PASSIONE PER LA MUSICA. UN AMORE CHE HA SPICCATO DEFINITIVAMENTE IL VOLO CON IL JAZZ.

Non è detto che la musica liberi l’anima. Nel caso di Paola Paris, commercialista e docente di accounting della Bocconi, la musica è stata anche una gabbia. Una passione bruciante che l’ha presa dall’età di sette anni ma che, a causa della mancanza di alternative, l’ha rinchiusa in un genere che lei ha sempre sentito limitante: la classica. Finché, già adulta, un amico non l’ha convinta a fare il grande salto e passare al jazz.

Paola Paris (foto Paolo Tonato)
Paola Paris è nata e cresciuta a San Donato Milanese, in quella Metanopoli costruita dall’Eni per i propri dipendenti. Alle elementari scopre la passione per la musica: “Avrei voluto suonare latina o rock, ma dove abitavo, per chi voleva fare musica e non aveva grandi possibilità, l’unica era studiare la classica, a meno di fare l’autodidatta”. Studia flauto traverso e si diploma in questo strumento al Conservatorio di Piacenza nel 1986. Poco dopo, inizia a insegnare alla scuola civica di musica classica di San Donato e, parallelamente, comincia la carriera di studentessa universitaria, che la porta a laurearsi col massimo dei voti, “e la medaglia d’oro di Spadolini”, nel 1991 alla Bocconi. “Avevo una passione per le materie matematiche”, ricorda la Paris, “ma decisi di dedicarmi alla professione di commercialista”.
 
Nella musica, la svolta arriva intorno ai 27 anni, quando in banca incontra un amico meccanico (“Sono anche motociclista”, confessa…) il quale le parla della Big Band che nel frattempo era nata proprio all’interno della scuola civica di San Donato. “Tuttora classica e jazz, in alcuni istituti di formazione, sono due mondi che si parlano a stento”, spiega Paola, raccontando della sua decisione di spiccare il grande salto. “Sì, perché io non sapevo nulla di jazz, sapevo leggere molto bene la musica, ma le figure ritmiche dei due generi sono completamente diverse. Ho voluto provare e mi si è aperto un nuovo mondo”. Un mondo che la libera, finalmente, da quella gabbia che l’aveva fatta sentire rinchiusa, con pareti sottili quanto la quinta riga di uno spartito, per tanti anni.
 
Approcciandosi al jazz, Paola smette di insegnare classica e si dedica anima e corpo alla sua nuova bruciante passione. “Mi sono iscritta a seminari di jazz e ho studiato con grandi jazzisti come Tino Tracanna, Paolo Fresu e Giulio Visibelli. Poi nel 2002 sono entrata alla Scuola Civica di jazz di Enrico Intra”. Cinque anni di studio matto e disperatissimo parallelo all’attività professionale (“tra l’altro, nel frattempo sono diventata mamma”). Cinque anni durante l’ultimo dei quali Paola aggiunge anche la frequenza al Conservatorio Verdi di Milano, dove si laurea con la prima ondata di diplomi in jazz nel 2009. “L’ho vissuta malissimo e benissimo allo stesso tempo. È stato un periodo intensissimo, dove lavoravo di giorno e studiavo di notte, per giunta avendo un bambino piccolo. Però era l’unico modo, per me, di colmare le lacune di jazz che mi portavo dietro”, racconta.
 
In questi anni, Paola ha suonato sia il flauto che il sassofono in diverse occasioni con la Big Band e la Flight Band della scuola civica di San Donato, con la Civica di Intra al tributo a Trovajoli durante le manifestazioni dell’Ambrogino d’oro del 2006 al Piccolo Teatro e nella sua università, la Bocconi, nel 2008 insieme a Marco Vaggi e Enrico Intra. Infine, con l’ottetto di Paolo Favini, il sassofonista di Maurizio Crozza. “Sempre il sassofono ‘di lettura’, però, mai ‘di improvvisazione’, come si dice in gergo. Tuttora, nel jazz non mi sento allo stesso livello di chi è nato jazzista. Purtroppo, l’orecchio è progredito musicalmente, ma le dita sono rimaste indietro”.
 
Il fardello di tristezza che a volte traspare dalle parole di Paola Paris si manifesta nel suo raccontare della sua attività di insegnante di musica: “Non voglio che altri provino il mio stesso rimpianto. Oggi insegno flauto jazz privatamente e musica d’insieme nel corso che tengo alla scuola civica di musica classica di San Donato. Ovvero insegno jazz a tutti i bambini che studiano classica, cercando di fargli vivere lo strumento in modo diverso”.


di Andrea Celauro

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