PERSONE |

Tanja, Massimiliano e Alberto, tutto in 24 ore

IL TEAM BOCCONI CHE SI E' AGGIUDICATO, A VANCOUVER, IL BUSINESS CASE GAME CASEIT RACCONTA LA SUA GIORNATA DI FUOCO

Un team di studenti Bocconi si è aggiudicato il business case game internazionale di information technology più importante del mondo, il CaseIt di Vancouver. Davanti a una giuria di accademici e manager del settore, i partecipanti dovevano trovare soluzione a un caso inedito e difendere le proprie decisioni nella discussione che ne sarebbe seguita.

Salviotti con Tanja, Alberto e Massimiliano

Nel lungo fine settimana dal 31 marzo al 3 aprile Tanja Collavo (I anno della laurea specialistica in International management), Massimiliano Spalazzi (secondo anno dello stesso programma) e Alberto Xodo (I anno della specialistica in Marketing management), coordinati dal professore di sistemi informativi Gianluca Salviotti, hanno superato la concorrenza di altre 15 università di tutto il mondo, diventando la prima squadra europea ad aggiudicarsi il riconoscimento dalla sua inaugurazione nel 2004.

“Decisive”, racconta Tanja, “sono state le 24 ore tra le 9 di mattina dell’1 e del 2 aprile, durante le quali, chiusi in una camera d’albergo sorvegliata, potendo utilizzare solo il computer e il materiale fornitici dall’organizzazione, abbiamo discusso il caso e abbiamo preparato le slide di presentazione”. “Abbiamo letto il caso, lo abbiamo capito, abbiamo impostato la strategia, poi lo abbiamo riletto, lo abbiamo capito in un altro modo, abbiamo impostato un’altra strategia e così ancora per un paio di volte”, racconta Alberto, illustrando un processo apparentemente caotico, ma evidentemente efficace. “Il punto”, spiega Massimiliano, “è che all’interno del team nessuno di noi aveva un ruolo specializzato ed esclusivo. Abbiamo discusso davvero tutto più volte e sempre tutti insieme, senza chiudere occhio”.

Il caso non era dei più ovvi, diviso com’era in due parti. “Da un lato”, spiega Salviotti, il docente tutor che ha accompagnato gli studenti nella trasferta canadese, “si chiedeva se bloccare o accelerare l’implementazione di un progetto; dall’altro di introdurre provvedimenti che, in futuro, evitassero tutti gli inconvenienti che avevano afflitto questo”. Il doppio orizzonte temporale e la necessità di prendere una decisione operativa e una strategica hanno messo in imbarazzo parecchi team.

“I tre studenti sono stati selezionati tra quelli che hanno seguito corsi di sistemi informativi e che hanno manifestato interesse alla manifestazione, segnalata dal Servizio relazioni internazionali”, spiega Salviotti. Nessuno dei tre, però, è uno specialista in information technology, come invece la gran parte degli studenti delle altre università. “Parlando con gli altri”, raccontano i tre ragazzi, “ci siamo resi conto che molti avevano un background ingegneristico e conoscevano a menadito pacchetti informativi sofisticati e ci siamo un po’ spaventati, ma in definitiva il taglio del caso era strategico e questo ci ha avvantaggiati”.

“La giuria”, riassume ancora Salviotti, “ha premiato la coesione del team, la semplicità ed eleganza delle soluzioni e la decisione e prontezza con cui hanno risposto alle obiezioni”.

Oltre che dal prestigio di una manifestazione organizzata in modo perfetto dagli studenti della Simon Fraser University (“è davvero incredibile il livello di professionalità dimostrato da ragazzi di 22-23 anni”, dichiarano con ammirazione i membri del team Bocconi), Tanja, Massimiliano e Alberto hanno voluto partecipare anche per vivere l’esperienza internazionale di un business case game da condividere con i giovani i tutto il mondo e, forse, hanno sentito la pressione meno di molti team canadesi, asiatici e statunitensi. “In alcuni casi”, raccontano, “lo stress era evidente e un paio di squadre hanno addirittura rinunciato alla cena con speaker internazionali del primo giorno per allenarsi ancora”.

Neppure la lingua è stato un handicap per il team italiano. Tutti e tre frequentano programmi tenuti in inglese e hanno esperienze internazionali in curriculum. “Durante la presentazione l’unico espediente”, raccontano Alberto e Massimiliano, “è stato quello di far cominciare e finire Tanja, che è quella che parla meglio”.    



di Fabio Todesco

Ultimi articoli Persone

Vai all'archivio
  • Questa non e' una societa' per giovani, donne e stranieri

    Le vulnerabilita' aumentano la' dove si incontrano questi tre fattori di svantaggio, spiega Roberto Barbieri, alumnus e d.g. di Oxfam Italia. E in un'Italia che non mostra segnali di inversione di tendenza, i problemi sociali diverranno piu' profondi

  • Le due vie dell'Egitto per i beni di largo consumo

    Esportazioni agricole da un lato e potenziamento della produzione locale dall'altro: queste le opportunita' che individua Moustafa Hassanein, alumnus e deputy GM di Maggie Metal Corporation, nel mercato di un paese demograficamente in continua crescita

  • Tre citta', tre case per gli alumni Bocconi

    I bocconiani che lavorano nelle istituzioni europee a Bruxelles, Francoforte e Lussemburgo hanno un punto di riferimento anche nei chapter locali della Bocconi Alumni Community. La parola ai tre leader

Sfoglia la nostra rivista in formato digitale.

Sfoglia tutti i numeri di via Sarfatti 25

SFOGLIA LA RIVISTA

Eventi

Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31