Per fare business in Cina bisogna cinesizzarsi. Parola di Paolo Bazzoni
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Per fare business in Cina bisogna cinesizzarsi. Parola di Paolo Bazzoni

BOARD MEMBER E LEGAL REPRESENTATIVE BONFIGLIOLI GROUP IN CINA E BOARD MEMBER DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA A CHONGQING, L'ALUMNUS BOCCONI RACCONTA IL SUO LAVORO E LA SUA VISIONE DEL PAESE ORIENTALE

“Creare valore attraverso la managerialità e l’innovazione. Questo è il mindset che mi ha dato la Bocconi e che ho potuto con l’esperienza lavorativa”, racconta Paolo Bazzoni, executive board member per Bonfiglioli Cina e membro del board della Camera di Commercio italiana a Chongqing. Laureato nel 1981 in Economia Aziendale con indirizzo Amministrazione e controllo, ha iniziato la sua carriera professionale in Pirelli Italia nel controllo di gestione del settore dei cavi. A metà degli anni 90 si è trasferito negli Stati Uniti, dove dal 2002 al 2006 ha ricoperto la carica di vicepresidente e cfo per Pirelli Cavi e Sistemi, che poi è diventata Prysmian. Nel 2007 è arrivato a Pechino come ceo di Prysmian Cina con il compito di ristrutturare e organizzare il business; oggi vive tra Chongqing e Shanghai.

“Il mercato cinese è ormai maturo ed esigente. Così è necessario essere cinesizzati, ossia localizzati. Le occasioni per le società italiane rimangono molte ma bisogna essere competitivi sui costi, nel servizio e come lead time, pur mantenendo alte le caratteristiche di tecnologia e qualità. Ecco perché è fondamentale creare realtà piramidali in cui il top management cinese si interfacci con un referente italiano, che, al di là dell’operatività, sappia interpretare e tradurre al meglio la filosofia della casa madre, così come sia in grado di creare un rapporto di fiducia con i key customers e partners cinesi”. Bazzoni sostiene che la Cina non sia per tutti. Non è una questione di lingua, ma di integrazione. “Per gli italiani non è poi così difficile perché esistono delle similitudini nei valori fondamentali come quello della famiglia. Io sono sposato con una donna cinese e questo mi ha permesso di conoscere da vicino la cultura locale. Ho un figlio in Cina e una figlia a Milano. Ormai mi sento cinesizzato ma non ho rinunciato alla mia italianità che oggi ne esce rinsaldata e purificata”. E quando torna in Italia, ama ritirarsi nella sua casa in Lunigiana, anche se “dopo un po’ mi manca il cibo cinese”.

Con la Camera di Commercio, Bazzoni lavora, in sinergia con il sistema paese, sul tema dell’integrazione a favore della cooperazione individuando, per esempio, partners locali affidabili da proporre alle realtà italiane che vogliono entrare nel mercato cinese, in particolare nell’area sud ovest, dove il tasso di crescita e doppio rispetto alla media nazionale.  “Una volta trovato il partner è necessario lavorare sulla gorvernance; bisogna poi impostare la struttura manageriale locale, così come è fondamentale definire fin da subito linee strategiche chiare. Infine, bisogna rimanere con coerenza e pazienza sulla strada presa”.
 
Paolo Bazzoni è uno degli oltre 500 alumni Bocconi in Cina, dove, l’11 marzo a Shanghai si terrà la quarta Bocconi Alumni Global Conference.
 
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di Allegra Gallizia

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