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Chiara va sul web perché ama i libri

FRESCA LAUREATA BOCCONI, PROMUOVE L’INCONTRO TRA LETTORI E LIBRERIE TRADIZIONALI CON PICKWICKI.COM. E DICE CHE DIVENTERà UN BUSINESS

All’ultima Fiera internazionale del libro di Torino c’era anche lo stand di una laureata Bocconi, che ha appena avviato un’attività che riesce a mettere insieme le sue passioni per la lettura e le nuove tecnologie.

Pickwicki.com, un nome che gioca con un titolo di Charles Dickens (Il circolo Pickwick) e uno dei nuovi strumenti collaborativi messi a disposizione dalla rete (il wiki), è un esempio di web partecipativo, o web 2.0, che vuole aggregare i lettori, fornendogli la possibilità di recensire i libri, scambiarsi opinioni e confrontarsi, mettendoli allo stesso tempo in contatto con le librerie indipendenti, un genere d’impresa alla ricerca di rilancio di fronte alla concorrenza delle catene, delle edicole, della gdo e di internet.

Chiara De Caro

“Mentre stavo per mettermi al lavoro su una tesi sul tasso di risparmio cinese”, racconta Chiara De Caro, la ventottenne marchigiana che ha creato Pickwicki, “ho cominciato a collaborare con un gruppo di amici che gestiva un sito basato sulla possibilità di compilare liste dei desideri di libri e cd, che potevano essere utilizzate dagli amici dell’utente per fare dei regali e che venivano comunicate ai librai e negozi di musica. Ebbene, ho subito cambiato il tema della mia tesi e mi sono messa al lavoro sui possibili sviluppi di un’iniziativa del genere”.

De Caro si è laureata a fine 2006 con le idee chiare. “I numeri dicevano che era inutile lavorare sui cd, mentre i libri avevano una certa potenzialità”. In Italia l’utilizzo di internet è ancora piuttosto limitato (“c’è potenziale di crescita”, legge il dato Chiara) e la lettura poco diffusa, ma i lettori sono anche tra i più assidui frequentatori della rete, che utilizzano però pochissimo per acquistare libri (“un fenomeno che riguarda soprattutto l’editoria tecnica e che, nell’ultimo anno, ha visto una crescita molto limitata”). “La mia idea era quella di creare un legame tra questi due mondi già contigui, una piattaforma per il lettore con strumenti di social networking e la possibilità di indirizzarlo alle librerie tradizionali. Per l’utente si tratta di una community, per la libreria è la possibilità di avvicinare nuovo pubblico”.

Per qualche tempo Chiara ha affiancato un’attività di consulenza nell’ambito di progetti europei a quella di sviluppo della sua idea, affidandosi a un incubatore tecnologico per lo sviluppo del sito e il 10 marzo 2008 Pickwicki.com è andato online. Un mese e mezzo dopo, la presentazione a Torino.

Il sito è ancora suscettibile di sviluppi e, in questo momento, il lavoro di Chiara si focalizza sulla creazione del network di librerie partner, per poter offrire poi, in occasione del vero e proprio lancio per il pubblico, un sito completo. I partecipanti alla community, a regime, saranno premiati, per le loro attività di recensione, segnalazione e soprattutto acquisto presso le librerie, con dei punti che a fine anno potranno trasformarsi in facilitazioni e sconti. Chiara sostiene che la reazione delle librerie è stata molto buona. “Il servizio”, dice, “per loro è gratuito, perché è impensabile, nella situazione di mercato odierna, chiedere percentuali alle librerie. Devono solo utilizzare l’accesso a un’area riservata del sito, che consente di gestire le comunicazioni con la community e gli ordini di acquisto dei libri”.

De Caro calcola che, a progetto completato, avrà investito una cifra compresa tra i 50 e i 100 mila euro e si attende di recuperarla in parte con la pubblicità, gestita da un concessionario esterno (il target è quello dei 18-35enni a reddito medio-alto), e in parte dallo sviluppo di nuove attività e nuove partnership che faranno leva sul network di librerie indipendenti e di editori medio-piccoli che si va formando e che potrà trarre dall’aggregazione le dimensioni critiche necessarie a fare una concorrenza più efficace alle grandi catene e al commercio online.

“Negli Stati Uniti, dove sono vissuta a lungo e dove ho assistito a uno sviluppo di internet anticipato rispetto all’Italia, esistono network di librerie indipendenti molto attivi”, assicura Chiara. “Mi do due anni di tempo per creare una forte utenza e far decollare il business”. In bocca al lupo!

di Fabio Todesco

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