Londra  Francoforte, un matrimonio d'interessi
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Londra Francoforte, un matrimonio d'interessi

LA FUSIONE TRA LSEG E DEUTSCHE BOERSE POTREBBE ESSERE UN SODALIZIO DURATURO E VANTAGGIOSO PER ENTRAMBE LE PIAZZE: LA PRIMA AVREBBE UN MERCATO DEI DERIVATI E TUTTE E DUE SI RAFFORZEREBBERO NEL CLEARINGE ACQUISIREBBERO MAGGIOR PESO IN QUALITA' DI MEDIA COMPANY

di Manuela Geranio, ricercatore del Dipartimento di finanza

L’accordo per il raggiungimento di una fusione tra eguali recentemente annunciato da London Stock Exchange Group (di cui fa parte anche Borsa Italiana) e Deutsche Boerse riapre il capitolo delle aggregazioni tra le borse, dopo una fase di tregua durata sostanzialmente un biennio. Tale tregua si era instaurata a seguito del divorzio consensuale tra Ice-Nyse ed Euronext nel 2014, che aveva sancito di fatto l’insuccesso della più grande aggregazione intercontinentale mai conclusa tra mercati. Perché dunque l’operazione appena annunciata dovrebbe avere un esito differente?
La crisi finanziaria ha pesantemente depresso non solo i prezzi ma anche le quantità negoziate sui mercati azionari, sia in Europa che negli Stati Uniti. A tutt’oggi i volumi scambiati sui mercati regolamentati sono molto lontani dai livelli pre-crisi, anche a causa delle strutturali trasformazioni competitive occorse nell’exchange industry. La concorrenza dei sistemi alternativi di negoziazione, già operativi da tempo nel mercato statunitense e favorita in Europa dalla direttiva Mifid, ha di fatto sottratto una parte sempre più consistente degli scambi ai mercati regolamentati, trasformando l’attività che tradizionalmente rappresentava il core business delle borse in poco più che una commodity. Di qui la necessità per le piazze regolamentate di ampliare le proprie dimensioni e al contempo diversificare il proprio portafoglio prodotti onde recuperare margini più facilmente difendibili.   
 
L’aumento delle dimensioni permette di concretizzare maggiori economie di scala sui sempre più ingenti investimenti tecnologici richiesti alle borse per offrire servizi a una clientela altamente sofisticata ed esigente (si pensi alle infrastrutture necessarie a garantire l’operatività degli high frequency traders). In un mercato maturo, le acquisizioni rappresentano la più rapida (e spesso l’unica) opportunità di crescita.
Quanto alla diversificazione dei prodotti, il trading di derivati, l’attività di post trading e la vendita delle informazioni sono diventate fonti di ricavo sempre più rilevanti per tutte le principali borse mondiali.
Il trading dei derivati assicura maggiori margini in quanto i prodotti scambiati sono di proprietà delle borse e quindi più difficilmente imitabili da concorrenti esterni. Anche nel caso del post trading (che include tutti i servizi successivi alla negoziazione, ovvero clearing, settlement e depository) le borse valori mantengono un ruolo sostanzialmente non contendibile (se non da altre borse). I recenti obblighi di clearing on exchange per i derivati negoziati over-the-counter favoriscono inoltre un naturale incremento nella richiesta di tali servizi, a vantaggio degli operatori in grado di operare su più mercati e strumenti.  

Anche nel caso della vendita dei dati le borse detengono una posizione più difendibile, essendo le informazioni un prodotto congiunto dell’attività di negoziazione. Le borse hanno valorizzato il proprio ruolo di content providers acquisendo il controllo di alcuni tra i principali produttori di indici (si pensi a Ftse, del gruppo Lseg e agli indici Eurostoxx, di proprietà di Deutsche Boerse).    
La prospettata fusione Lseg-Deutsche Boerse potebbe dunque funzionare perché a Londra manca un mercato dei derivati rilevante (quale è Eurex), entrambe le borse potrebbero consolidare il proprio ruolo nel clearing (dove attualmente ciascuna è la principale concorrente dell’altra) e le stesse potrebbero più facilmente accrescere il proprio peso in qualità di media company. Un matrimonio d’interesse che consoliderebbe la posizione di entrambe in un settore fortemente competitivo e destinato a concentrarsi nelle mani di pochi grandi players diversificati a livello globale.
 

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