Il turista della salute cerca di risparmiare
OPINIONI |

Il turista della salute cerca di risparmiare

INDIA E TAILANDIA IN ASIA E UNGHERIA E POLONIA IN EUROPA HANNO SOSTITUITO I PAESI AVANZATI COME METE DEI PAZIENTI

di Federico Lega e A. M. Hiedemann, rispettivamente professore associato di economia aziendale e neolaureato in Economia e management delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali

Partendo dalla constatazione che oggi il 90% degli europei si cura nel proprio paese ma secondo recenti sondaggi il 53% degli stessi sarebbe propenso a recarsi in un altro paese Ue, si può ipotizzare una rapida crescita di questo segmento di mercato.
Per un paese come l’Italia, la creazione di una sanità transfrontaliera potrebbe rappresentare una grande opportunità e, al tempo stesso, una minaccia se i fenomeni di mobilità dei pazienti non venissero attentamente governati. Seppure contenuti, già oggi si osservano flussi verso paesi in cui si pratica una medicina low cost, principalmente Est Europa e per alcune branche di attività, quali odontoiatria e riabilitazione. Tuttavia, il mercato internazionale della salute è in crescita: a livello globale si stima un valore complessivo del turismo della salute pari a 250 miliardi di euro di cui 180 circa derivanti da attività ricollegabili alla sfera del turismo del benessere e 70 miliardi prodotti dal turismo sanitario per ragioni di cura. Ad oggi la parte preponderante della spesa legata al turismo sanitario è spesa out-of-pocket a carico dei pazienti ma ci si attende una crescita rilevante a livello internazionale della parte di spese coperta da assicurazioni private e, in Europa, della spesa a carico dei paesi membri.
Il fenomeno è stato oggetto di analisi nel Rapporto Oasi 2014 del Cergas Bocconi. Mentre fino a fine anni Novanta la domanda di servizi per la salute ha visto i centri di eccellenza medici e termali dell’Europa e degli Usa come epicentro di flussi dal sud verso il nord del mondo, nell’ultimo decennio primeggiano India e Tailandia, per cure ad alta specialità a costi accessibili, ma sono in crescita Messico, Singapore e molti altri, tra cui, in Europa, Ungheria e Polonia. In questo scenario, la sanità transfrontaliera europea è solo un elemento all’interno del quadro più articolato che va componendosi, in cui l’Italia può e deve inserirsi. Al momento i flussi internazionali in attrazione per l’Italia sono molto limitati, con un deficit nella bilancia commerciale sanitaria di circa 70 milioni di euro verso l’Europa e un dato positivo di circa 15 milioni verso i paesi extra-Ue.
Le possibilità per l’Italia di diventare più attrattiva a livello globale ci sono tutte, avendo un settore sanitario pubblico e privato con competenze diffuse ed eccellenze mondiali nel campo delle prestazioni specialistiche, una capacità produttiva sottoutilizzata all’interno di molte strutture ospedaliere e vantaggi di costo rilevanti rispetto ad altri paesi occidentali: le principali procedure e gli interventi ospedalieri mostrano un differenziale di costo con le attuali tariffe spesso nell’ordine del 20% rispetto ai principali paesi europei e di oltre il 50% rispetto agli Usa.
Quattro sono le mosse fondamentali per cogliere queste opportunità. La prima è collocare gli obiettivi di internazionalizzazione dentro le strategie aziendali, come priorità da perseguire nel breve termine. La seconda è evitare di pensare al mercato internazionale ed europeo come a un bacino di pesca per la libera professione dei medici. L’obiettivo è sviluppare un’area nuova aziendale, a pagamento, che non solo rappresenti una fonte di ricavi riutilizzabili per l’attività istituzionale, ma che favorisca anche lo sviluppo di una cultura nuova, di maggiore attenzione al cliente e di imprenditorialità capace di convivere con la missione aziendale di garanzia e tutela della salute dei cittadini italiani. La terza è fare rete. Le strutture ospedaliere e specialistiche di eccellenza potrebbero consorziarsi per gestire in comune le piattaforme amministrative, i servizi collegati al turismo internazionale (trasporti, alloggio, assistenza ecc.) e le relazioni con il turismo del benessere. La quarta tappa, poi, è rappresentata da un programma nazionale e regionale di promozione della qualità della sanità italiana.
Una considerazione, infine. La strada per lo sviluppo del turismo sanitario in Italia è percorribile senza investimenti di assoluta rilevanza e, soprattutto, con costi che si ripagano ampiamente.
 

Ultimi articoli Opinioni

Vai all'archivio
  • Ce la faranno Usa e Cina a fuggire alla trappola di Tucidide?

    Le due potenze si fronteggiano in una guerra commerciale che non e' escluso possa diventare guerra vera e propria. Una guerra fredda, tuttavia, e' gia' in corso e sta portando a una polarizzazione che ridurra' il potenziale di crescita e l'affacciarsi della stagflazione

  • Il giusto equilibrio contro gli shock

    Assicurazione contro la disoccupazione o lavoro a tempo ridotto? Meglio tutelare i lavoratori o i posti di lavoro? La risposta puo' essere la complementarita' dei sistemi

  • La fuga degli onesti

    I migranti tendono a essere piu' onesti di chi rimane nei luoghi di origine. Luoghi che, di conseguenza, sono privati di capitale sociale, con effetti negativi sulla produttivita', sulla crescita e sulla qualita' delle istituzioni

Sfoglia la nostra rivista in formato digitale.

Sfoglia tutti i numeri di via Sarfatti 25

SFOGLIA LA RIVISTA

Eventi

Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31