OPINIONI |

Web 2.0 e Y-Gen, le verita' nascoste

A UN DIFFUSO POSSESSO DEI GADGET NON CORRISPONDE CONOSCENZA DEI FENOMENI

di Leonardo Caporarello e Giacomo Sarchioni, rispettivamente direttore e collaboratore del Learning lab della SDA Bocconi

Sono ormai alcuni anni che si parla di Web 2.0. Giornali, tv, siti internet usano questo termine, senza dubbio affascinante, sempre più spesso. Rispetto alla “versione 1.0”, il 2.0 rappresenta in sostanza una diversa modalità di comportamento in rete basata sulla partecipazione attiva e sull'interazione tra i suoi utenti. È inoltre ampiamente diffusa la convinzione che gli individui della cosiddetta generazione Y, ovvero i giovani di età compresa tra 20 e 35 anni, siano i custodi dei segreti del nuovo web: ma è proprio così?

Abbiamo così deciso, al Learning Lab di Sda Bocconi, di condurre uno studio per verificare il livello di conoscenza del fenomeno “2.0” posseduto dai giovani della Y-gen.
 
Un'analisi preliminare dei dati raccolti fornisce qualche riflessione interessante.
In primo luogo emerge come i rispondenti abbiano una conoscenza del 2.0 più di tipo superficiale che di dettaglio. Infatti, ad esempio, riconoscere il logo di alcuni famosi social network e altri strumenti 2.0 è stato semplice per quasi tutti i rispondenti. Così come altrettanto semplice è stato definire qual è la differenza tra 1.0 e 2.0, cosa si intende per cloud computing, cos’è un ambiente di collaborazione wiki. Ma indagando la loro conoscenza su alcune funzionalità degli strumenti 2.0, come gli RSS feed e Google Docs, la percentuale delle risposte esatte si riduce al di sotto del 20%.
Abbiamo poi indagato quanto i rispondenti siano dotati di tecnologia.
 
In particolare è stato loro chiesto di indicare quali tecnologie possiedano tra quelle da noi suggerite (tra parentesi è riportata la frequenza delle risposte): Internet ad alta velocità (81,5%), telefono 3G/Umts (74%), chiavetta Internet Usb (63%), tv lcd/plasma (67%), TV pay-per-view (48%).
 
C’è una relazione tra “quante tecnologie si possiedono” e il livello di conoscenza del 2.0?
 
Per meglio rispondere a questa domanda, abbiamo diviso i rispondenti in due gruppi, in base al numero di risposte corrette fornite, e cioè in “pionieri” e “tradizionalisti”.
Il dato interessante è che non emerge una specifica associazione, come forse ci si potrebbe aspettare, tra il gruppo di appartenenza (pionieri o tradizionalisti) e la numerosità delle tecnologie possedute. In altri termini, possedere tanta tecnologia non implica necessariamente un elevato livello di conoscenza del fenomeno 2.0.
Questo risultato è in linea con uno studio condotto da Nielsen nel 2009, secondo il quale il giovane della Y-gen sempre connesso e cresciuto tra i computer altri non è che un mito piuttosto diffuso. Inoltre, lo stesso studio afferma che i giovani statunitensi compresi nella fascia d’età 12-24 anni, pur possedendo per la maggior parte (90%) una connessione Internet domestica a banda larga, trascorrono una quantità di tempo online notevolmente inferiore (circa 13 ore al mese) alle ore trascorse in rete dagli utenti compresi nella fascia d’età 35-54 (circa 40 ore al mese). La figura del giovane sempre connesso sembra, pertanto, non trovare un effettivo riscontro nella realtà.
 
Altro risultato interessante riguarda la relazione tra l’essere 2.0 e gli interessi personali.
Abbiamo riclassificato le risposte raccolte in merito agli interessi in quattro principali categorie: viaggiare, spettacolo e cultura, sport, hobby e tempo libero. Ciò che emerge è che gli appartenenti al gruppo dei pionieri hanno una più ampia gamma di interessi. Infatti, mentre tutti i rispondenti amano viaggiare, fare sport e interessarsi di spettacolo ed eventi culturali, solo gli appartenenti al gruppo dei pionieri mostrano una predilezione nei confronti di hobby e tempo libero.
 
Queste prime evidenze sembrano confermare quanto detto in apertura: essere 2.0 indica più un “comportamento” basato sull'interazione che una conoscenza degli strumenti 2.0 e il possesso delle più moderne tecnologie.
Il tipico ventenne dotato di iPhone e perennemente connesso a Facebook potrebbe essere molto meno 2.0 di quanto si creda.

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