L'arrivo dell'Ai in azienda spaventa meno i white collars
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L'arrivo dell'Ai in azienda spaventa meno i white collars

DA UNA RICERCA EMERGE CHE, PUR CON RISULTATI DIVERSI NELLA PERCEZIONE, IMPIEGATI E DIRIGENTI SONO COMUNQUE MENO PREOCCUPATI PER IL PROPRIO POSTO DI LAVORO RISPETTO A QUANTO RILEVA LA LETTERATURA SUI BLUE COLLARS. IN PARTICOLARE, SE APPARTENGONO AD AZIENDE FAMILIARI

di Emanuele Borgonovo e Alberto Grando, ordinario presso il Dipartimento di scienze delle decisioni e ordinario presso il Dipartimento di management e tecnologia

L’intelligenza artificiale sta creando una rivoluzione nel modo in cui noi stessi e le aziende lavorano. Gli investimenti industriali in questo settore sono in aumento, con le aziende che sperano di poter utilizzare l’Ai per ottenere vantaggi competitivi. Più di una fonte autorevole sottolinea il rischio che l’intelligenza artificiale possa portare dei robots a sostituire le persone in lavori ripetitivi e rutinari. Il rischio di perdere il lavoro, soprattutto quando si è in uno stadio di carriera avanzata, è sicuramente tra quelli maggiormente temuti a livello sociale. In un nostro lavoro con Chiarini e Venturini affrontiamo il problema della percezione della perdita del posto di lavoro tra i lavoratori in posizioni di impiego qualificate, i cosiddetti colletti bianchi, presso aziende manifatturiere italiane. Il lavoro si differenzia dagli studi precedenti che si sono prevalentemente focalizzati sulla percezione del rischio di perdere il proprio lavoro per i cosiddetti colletti blu. La domanda di ricerca ha riguardato anche quali possono essere fattori che amplificano o diminuiscono la percezione di tale rischio, quali l’età, il dipartimento, la posizione nell’organigramma aziendale e la dimensione dell’azienda. Tra le variabili, “dipartimento” è collegata al tipo di lavoro e al grado di ripetitività delle mansioni.
L’analisi quantitativa è stata accompagnata da un’analisi qualitativa tramite la raccolta dei commenti dei rispondenti al questionario. Questi sono stati divisi in due gruppi: gli ottimisti, ovvero coloro che sottostimano il rischio, e i pessimisti, cioè coloro che lo sovrastimano. 

Alla luce dell’analisi condotta sulle affermazioni ottimistiche e pessimistiche dei rispondenti, sono state identificate tre prospettive interpretative che potessero essere associate ai risultati dell’analisi quantitativa. La prima fa riferimento alla fiducia dei dipendenti nei confronti dell’operato dell’azienda e dei suoi vertici aziendali (sintetizzato in Sense of trust), rappresentata da una relazione tra l’organizzazione aziendale e i propri dipendenti qualificata da una storia di resilienza che ha accomunato le sorti aziendali e quella dei propri lavoratori, nonché dal grado di comunicazione e trasparenza rispetto alle principali scelte aziendali.  
La seconda è legata all’appartenenza a sistemi di governance di tipo familiare (sintetizzato in Family run business), principalmente connessi ad aziende di piccole e medie dimensioni, nelle quali elementi valoriali, spesso taciti, e modalità di gestione del personale legate a relazioni profonde e durature nel tempo sembrano rafforzare il senso di appartenenza dei dipendenti e rassicurare maggiormente rispetto alla continuità e alla stabilità occupazionale.La terza si riferisce invece ai contenuti dello specifico job del rispondente (sintetizzato in Job content richness), da cui emerge che il fatto di svolgere compiti non ripetitivi, spesso fondati su attributi di creatività e forte relazione con altri stakeholder aziendali, mitiga la percezione del rischio, mentre al contrario, questa è rafforzata dall’appartenenza a funzioni o processi nei quali prevale la routine e la ripetitività. 
Quanto emerso dallo studio nelle sue componenti quantitative e qualitative testimonia la naturale non univocità del percepito rispetto all’avvento di tecnologie dell’Industry 4.0 in azienda e, segnatamente, degli investimenti in AI. 
Rispetto all’ampia letteratura sull’impatto della tecnologia sui blue collars, impiegati e dirigenti sembrano meno preoccupati della minaccia legata all’avvento di automazione e AI nelle loro aziende. Tuttavia, la percezione del rischio di perdere il lavoro si differenzia significativamente in ragione delle funzioni e delle attività svolte, del loro contenuto, dell’appartenenza ad aziende di diverse dimensioni e dal clima instaurato nell’organizzazione aziendale. Particolarmente notevole è che la minore percezione del rischio avviene in contesti di aziende famigliari, dove il rapporto di lavoro viene percepito come una relazione di fiducia reciproca, con una componente umana che va al di là del mero svolgimento di una serie di compiti.
 

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