Portafogli d'investimenti su misura
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Portafogli d'investimenti su misura

VITTORIO CARLEI, CEODI QI4M, STARTUP INCUBATA DA B4I, SPIEGA COME L'AI ENTRA A SUPPORTO DEGLI INVESTITORI, PER ESEMPIO TRADUCENDO IN LINGUAGGIO NATURALE IL LINGUAGGIO FINANZIARIO

Il mercato non è ancora maturo, i risparmiatori non sono ancora educati e pronti ad approcciare direttamente i servizi delle fintech. Così le società che offrono prodotti e servizi finanziari attraverso piattaforme tecnologiche, basate sull’Intelligenza Artificiale (IA), devono allearsi con gruppi di grandi dimensioni, se vogliono restare sul mercato e trovare i capitali necessari e un numero sufficiente di clienti. «Il mercato tende di conseguenza alla concentrazione», dichiara Vittorio Carlei, co-founder, ceo e head of r&d di Qi4M, società da 5 anni sul mercato e specializzata nella creazione di soluzioni robotizzate di asset management per investitori istituzionali. «Da notare, però, che l’IA riuscirà a coinvolgere il risparmiatore finale con alcune soluzioni, anche più accessibili». Tra quelle salite agli onori della cronaca c’è ChatGpt che, non a caso, Qi4M sta studiando per realizzare un servizio di consulenza che costruisce portafogli d’investimenti personalizzati. «Questa tecnologia porta con sé il vantaggio di essere facile da utilizzare, traducendo in linguaggio naturale quello finanziario, e poi fornendo soluzioni conformi alla direttiva europea Mifid», prosegue Carlei che lancerà una campagna di crowdfunding a supporto della nascita del nuovo servizio di advisory. Traguardo finale: entrare nel mercato retail tra la seconda metà di quest’anno e l’inizio del 2024 con servizi accessibili a tutti.

In parallelo la startup, sviluppatasi nell’acceleratore dell’Università Bocconi, B4i-Bocconi for innovation, continua a lavorare insieme a un incumbent per presentare sul mercato il primo fondo d’investimento robotizzato. «Peccato che in Italia la normativa non preveda questo tipo di servizio», precisa Carlei. «Quindi lo lanceremo all’estero e, semmai, lo porteremo sul mercato tricolore solo in un secondo momento, all’interno di una sandbox dedicata». Ma, più in generale, come si fa a superare la diffidenza verso le nuove tecnologie e a promuoverle tra il grande pubblico? «Spiegando che occorre guardare ai loro risultati in modo da rassicurarci e fidarci, anche se non comprendiamo nei dettagli il loro funzionamento», chiosa il co-founder e ceo di Qi4M.

di Camillo Papini

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