Valuto, ma rispetto

GRAZIE ALL'OIV ORA ANCHE L'ITALIA HA I SUOI PRINCIPI DI VALUTAZIONE. A GARANZIA DI CITTADINI E IMPRESE

di Mauro Bini, professore ordinario presso il Dipartimento di accounting

Anche l’Italia si è allineata alle punte più avanzate in tema di principi di valutazione aziendali: l’Oiv, l’Organismo italiano di valutazione, ha infatti di recente emanato i Piv, i Principi italiani di valutazione. Grazie ai Piv il nostro paese può ora essere annoverato fra quelli più all’avanguardia che dispongono di principi nazionali di valutazione: gli Usa, il Giappone, la Germania, il Canada la Cina, Hong Kong e Singapore. L’esperienza di questi paesi insegna che con l’introduzione di principi di valutazione aumenta l’affidabilità delle valutazioni perché se ne riduce la dispersione dei possibili risultati. Affidabilità non significa solo condivisibilità di risultati, ma anche valutazioni trasparenti, motivate, non ambigue ed esenti da distorsioni. Le valutazioni ricadono fra le attività professionali  che rivestono interesse pubblico. L’esperto deve svolgere il proprio compito rispettando una generale obbligazione di professionalità nei confronti dei beneficiari ultimi della valutazione (che non necessariamente sono i committenti). Si pensi alle valutazioni a fini di bilancio. I beneficiari ultimi sono gli utilizzatori del bilancio e non certo l’impresa che conferisce l’incarico. I Piv sono principi di nuova generazione che coprono non solo gli standard di valutazione in senso stretto, ma anche i cosiddetti performance standard (ovvero quell’insieme di regole da seguire nel processo valutativo in relazione al tipo di incarico ricevuto). È questo un percorso che anche altri paesi (in primis Stati Uniti e Canada) principalmente sotto la spinta delle autorità di vigilanza dei mercati finanziari hanno intrapreso, ma senza essere ancora giunti al primo passo formale di pubblicare una bozza per il pubblico commento.  I Principi di valutazione costituiscono un pilastro fondamentale per far evolvere le valutazioni (e tutta l’industria e la professione) verso maggiore qualità e trasparenza. Tuttavia, si tratta di un pilastro che da solo non è sufficiente. Nei paesi più avanzati un altro fondamentale pilastro è costituito dalle associazioni professionali di esperti di valutazione che tramite un sistema di accreditamento e di formazione permanente garantiscono la preparazione dei professionisti  sia sotto il profilo della  consapevolezza delle conseguenze degli errori nelle loro stime sia sotto il profilo di un adeguato codice etico. Questo è il pilastro che ancora manca nel nostro paese, sebbene con i Principi italiani di valutazione la strada sia ormai stata tracciata. L’applicazione dei principi richiede un livello di professionalità non banale e sarà naturale che la professione stessa si organizzi per soddisfare le esigenze di preparazione di base e permanente necessaria a garantire qualità delle valutazioni. Principi di elevata qualità e un più elevato grado di preparazione professionale consentiranno di raggiungere quel livello di  integrità, chiarezza affidabilità e imparzialità nelle valutazioni necessario ad accrescere la fiducia degli utilizzatori finali.