Donazioni e tasse: serve chiarezza
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Donazioni e tasse: serve chiarezza

IL DISEGNO DI LEGGE DELEGA PER LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE E GLI INTERVENTI DELLA LEGGE DI STABILITA' FANNO BEN SPERARE

di Roberto Randazzo, docente presso il Dipartimento di studi giuridici

La fiscalità degli enti senza scopo di lucro e le relative agevolazioni previste dal nostro sistema normativo sono da sempre oggetto di dibattito.
Al riguardo occorre preliminarmente rilevare come sul tema regni un po’ di confusione dovuta da una parte alla complessità della materia, dall’altra ai costanti interventi del legislatore che insiste nell’ ingigantire la pletora di disposizioni già in essere.
A ciò si aggiungano le continue istanze degli enti senza scopo di lucro da una parte e della società civile dall’altra, che chiedono un maggiore riconoscimento; prova ne sia il successo che sta riscuotendo la campagna di sostegno al non profit lanciata di recente da alcuni media nazionali relativa alle “tasse sulla solidarietà”. Traggo spunto da quest’ultima iniziativa per tracciare una linea di demarcazione tra due aspetti fondamentali: una cosa è il regime tributario al quale è sottoposto un ente non commerciale, un'altra sono le agevolazioni previste nei confronti dei soggetti che effettuano delle erogazioni liberali in loro favore.
Si tratta di questioni complementari,  ma che vanno necessariamente affrontate separatamente. Di certo, si può osservare che i potenziali sostenitori non siano particolarmente incentivati ad assumere “comportamenti donativi”. Il tema principale, da sempre argomento di discussione, è rappresentato ovviamente dalle percentuali di detraibilità/deducibilità: è vero che questo non può essere l’unico movente e che il sostenere una causa sociale non può esaurirsi esclusivamente nell’ottenere il maggior risparmio fiscale possibile, tuttavia non v’è dubbio che questa possa essere una leva in grado di dirottare maggiori risorse verso l’ecosistema dell’imprenditoria sociale.
Un punto non secondario, inoltre, riguarda l’aspetto prettamente tecnico: termini come “più dai meno versi”, “articolo 100 del Tuir” o “art bonus” , vogliono dire davvero poco per i comuni mortali, costretti a confrontarsi costantemente con un sistema inutilmente complesso, che impone comunque l’intervento di professionisti in grado di orientarsi al suo interno.
Che fare? Innanzitutto, chiarezza.
Di certo, l’intento manifestato dal disegno di legge delega per la “riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”, presentato lo scorso 22 agosto, lascia ben sperare quando parla di un riordino della disciplina tributaria e di una  “razionalizzazione e semplificazione del regime di deducibilità e detraibilità dal reddito o dall’imposta delle persone fisiche e giuridiche delle erogazioni liberali, in denaro e in natura” disposte in favore degli enti senza finalità di lucro. Inoltre, buone notizie arrivano anche dal disegno di legge Stabilità 2015, che prevede un innalzamento del tetto attualmente previsto (da 2.065 euro a 30.000), per le erogazioni liberali effettuate in favore delle Onlus.
Resta fermo il fatto che la continua produzione normativa  ha generato un sistema che oggi necessita di un immediato riordino, sia per quanto riguarda le agevolazioni applicabili in favore dei donatori che con riferimento ai regimi fiscali riconducibili alle singole categorie di enti.
Di recente mi è capitato di seguire una campagna di raccolta fondi organizzata da una fondazione americana, che consentiva ai sostenitori dell’evento di scaricare il 75% dell’importo donato. 
Il mio auspicio è che anche i donatori italiani  possano avere un solo numero di riferimento quanto a percentuali di deduzione/detrazione in loro favore e che il citato disegno di legge delega dia vita ad una vera semplificazione.
 

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