Brics a lettere sparse nella governance Oms
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Brics a lettere sparse nella governance Oms

I GRANDI PAESI EMERGENTI FATICANO A TROVARE POSIZIONI COMUNI NEI DIBATTITI SULLA RIFORMA DELLA SANITA' GLOBALE

di Eduardo Missoni e Fabrizio Tediosi, docenti del Cergas Bocconi

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta attraversando un importante processo di riforma, iniziato nel 2010, che ne potrebbe influenzare significativamente le priorità, la governance e i meccanismi di finanziamento. Nel contesto del dibattito emergono nuove dinamiche tra gli stati membri, in particolare tra donatori tradizionali e i grandi paesi a economia emergente come i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Negli ultimi due decenni la rilevanza di questi paesi nell’arena internazionale è cresciuta enormemente. Basti pensare che i Brics rappresentano da soli circa il 25% del reddito e più del 40% della popolazione mondiale. L’attenzione è però stata a lungo limitata alla performance economica di quei paesi, trascurando invece la loro influenza nel campo della salute globale.

Uno studio recente del gruppo di salute globale del Cergas Bocconi, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cariplo, ha esplorato i ruoli di questi paesi nei confronti dell'Oms e la loro influenza sul processo di riforma. Al di là dell’impegno formale di tutti i governi dei Brics per sostenere e ri-legittimare l’Oms quale autorità di coordinamento nell’ambito della salute globale attraverso il principio del multilateralismo, si evidenzia uno scarso coordinamento nel sostenere le proposte emerse nel processo di riforma dell’Organizzazione. Una posizione comune è emersa, infatti, solo relativamente agli assetti di governance e al sistema di finanziamento dell’Oms.
Più frequentemente i Brics hanno agito individualmente per sostenere l’attività dell’Oms in alcuni ambiti sanitari particolarmente rilevanti a livello domestico.
L’influenza dei Brics come gruppo sul processo di riforma dell’Organizzazione mondiale della sanità sembra, quindi, almeno per ora, relativamente limitato. Ad esempio la preferenza espressa dai Brics per mantenere un’Oms con mandato pieno non ha riscosso molto successo nella discussione sul bilancio 2014-2015, così come la preoccupazione per la quota crescente dei contributi volontari – che infatti aumentano ancora nel bilancio preventivo approvato per il biennio 2014-2015.

All’interno dei Brics vi sono invece alleanze ad hoc fra due o più paesi. Ad esempio, la Cina e la Russia hanno spesso posizioni più concilianti con le proposte emerse, esprimendosi a sostegno dell’attuale direttore generale dell’Oms, la dottoressa Margareth Chan. Il Brasile, l’India e il Sud Africa esprimono invece posizioni più critiche.
In sostanza i governi dei cinque paesi, da un lato, sembrano riconoscere l’importanza di un loro coordinamento per esercitare maggiore influenza, come evidenziano le dichiarazioni ufficiali di sostegno alla riforma dell’Organizzazione, dall’altro non sembrano voler rimanere imbrigliati in alleanze formali che potrebbero limitarne la libertà di scelta nella definizione delle priorità di politica sanitaria nazionale.
L’influenza dei Brics, individualmente o come gruppo, sull’attività e le scelte dell’Oms è tuttavia destinata ad aumentare nei prossimi anni per almeno due ragioni. In primo luogo questi paesi avranno una maggior influenza politica nei vari consessi internazionali attraverso l’uso del cosiddetto soft power legato al loro posizionamento geo-politico ed economico e lo sviluppo delle loro strategie diplomatiche. In secondo luogo, la recente revisione della ripartizione dei contributi obbligatori degli stati membri delle Nazioni unite comporta una crescita delle quote a carico dei Brics, conferendo a questi paesi maggiore potere.
 

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