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Basket, alla Bocconi un evento internazionale

CON CAMBRIDGE E LIUC CASTELLANZA IL PRIMO EUROPEAN UNIVERSITIES BASKETBALL CHALLENGE

Atleti e atlete provenienti da Serbia, Bulgaria, Stati Uniti, Grecia, Giappone, Inghilterra, Canada, Polonia e molti altri paesi ancora, compresa ovviamente l’Italia. Uno spot per l’internazionalità del basket e in particolare del basket universitario quello offerto dallo European Universities Basketball Challenge organizzato dall’Università Bocconi e che ha visto coinvolte sabato 1 marzo le squadre di basket maschili e femminili di Bocconi, Liuc Castellanza e Cambridge.

Il risultato ha premiato la Bocconi tra gli uomini (62-58 con Cambridge, 65-58 con la Liuc) e Cambridge tra le ragazze, ma non è la cosa più importante. “C’è sempre molto agonismo quando affrontiamo la Liuc, nostra avversaria in tante battaglie nella Lega Universitaria”, dice il coach dei Pellicani basket Università Bocconi, Graziano Pravettoni, “ma è l’atmosfera in sé che rende affascinanti questi tornei internazionali, la possibilità di misurarsi con avversari che, come da tradizione anglosassone, sentono molto l’importanza di difendere i colori della propria università”. In Inghilterra il basket non è tra gli sport più diffusi, ma il campionato universitario è invece di alto livello: “Il fatto che non ci sia un’attività professionistica importante”, spiega Pravettoni, “fa sì che molti buoni giocatori militino nel campionato universitario rendendolo estremamente competitivo”. Per Dino Boselli, ex giocatore professionista arrivato fino alla Nazionale, una carriera spesa soprattutto tra Milano e Varese con compagni come Dino Meneghin e Mike D’Antoni oltre al fratello gemello Franco, e oggi responsabile delle attività extradidattiche della Liuc, “tornei come questo sono importanti soprattutto se hanno continuità, perché aiutano a creare quello spirito di appartenenza che nei paesi anglosassoni in particolare nasce e cresce fin dai primi gradini dell’istruzione. Per cui, quando arrivano in università, già lo possiedono ed è per loro del tutto naturale difendere i colori della propria università. Per quanto riguarda i miei ragazzi, devo dire che sono sulla buona strada”.

La differenza, secondo Angelo Favia, l'allenatore italiano della squadra di Cambridge, è fondamentalmente culturale: "In Inghilterra il Varsity Day, il giorno dedicato alle sfide Oxford-Cambridge in tutti gli sport, è una delle priorità assolute per le due celebri università. Non è solo una sfida sportiva, ma l'occasione per dimostrare di appartenere all'università più forte. Qui gli studenti vivono a 360° l'esperienza universitariaproprio perché non vanno praticamente mai nell'università sottocasa, vivono nei college, si tratta di un'esperienza così totalizzante che lo sport ne costituisce una parte importante che contribuisce a creare legami forti che proseguono anche dopo gli studi. Credo", continua, "che tornei come questo, oltre all'aspetto agonistico,  servano a far avvicinare i ragazzi a realtà per loro diverse".

“Siamo una squadra nata da poco ma già in grado di farsi rispettare sia in Italia sia nei confronti con le università straniere”, dice Giuseppe Puligheddu, coach della squadra femminile della Bocconi, sconfitta da Cambridge in un incontro che, per toni agonistici, ha largamente superato quelli dei colleghi maschi. “Lo dimostreremo a Parigi nel grande evento universitario che si terrà a maggio”. Per lo European Basketball Chalenge, intanto, si sta già lavorando alla prossima edizione e per renderlo un evento fisso, cercando di coinvolgere altre università.



di Davide Ripamonti

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