Tre bocconiani vincono il Microsoft Big Data  IoT Food Hackathon
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Tre bocconiani vincono il Microsoft Big Data IoT Food Hackathon

DUE STUDENTI DE PHD IN BUSINESS ADMINISTRATION AND MANAGEMENT E UN LAUREANDO CLEAM CONCLUDONO LA MARATONA DI 48 ORE PER PROGRAMMATORI E SI AGGIUDICANO DUE DEI QUATTRO PREMI IN PALIO

Un laureando Cleam e due dottorandi in Business Administration and Management sono fra i vincitori della Microsoft Big Data & IoT Food Hackathon. La competizione si è svolta a Milano nel weekend del 20-21 giugno. Centocinquanta tra programmatori, designer grafici e data scientist si sono dati appuntamento al Talent Garden per creare progetti legati al tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. La manifestazione era legata al programma del padiglione Usa “Feeding the Accelerator”. I partecipanti erano chiamati a ideare soluzioni innovative per il settore agroalimentare usando strumenti Microsoft come la piattaforma Azure. Suddivisi in gruppi di quattro, hanno scelto una categoria fra Data Modeling, Data Visualization e Data & Internet of Things. Alla fine della maratona di 48 ore è stato proclamato un gruppo vincitore per ogni categoria.
 
Ad Alessandro Cordova e Simone Santamaria, che stanno frequentando il PhD in Business Administration and Management in Bocconi, è stato assegnato un premio speciale per avere riunito un modo brillante le sfide di Data Modeling e Data Visualization. Il centro di ricerca di Lodi PTP Science Park che opera nel settore agroalimentare ha fornito ai concorrenti tre set di dati: la geolocalizzazione in Marocco di 3.000 capre, un animale che potrebbe ricoprire un ruolo importante nel crescente fabbisogno di cibo a livello mondiale; le condizioni climatiche delle aree in cui gli animali vivono; stringhe di 50.000 numeri rappresentanti alcune caratteristiche genetiche delle capre. “Ci siamo chiesti: è possibile predire la zona di provenienza di una capra analizzandone il corredo genetico? Una volta scoperta l’esistenza di una qualche forma di correlazione tra alcune razze di capre e l’ambiente in cui vivono, è possibile sfruttare l’informazione per incrementare la produttività”. Alessandro e Simone hanno sperimentato sulla loro pelle il significato di hackathon, unione delle parole hack e marathon. “Abbiamo passato la notte fra sabato e domenica a lavorare. Le nostre competenze si sono rivelate complementari a quelle di Gregorio Occhiogrosso e Gianfrancesco Aurecchia che si sono occupati di design e programmazione. Frequentare il PhD e in particolare il corso di Emanuele Borgonovo Advanced Quantitative Methods for the Management Science Research ci ha fornito il background statistico essenziale per vincere. La giuria ha apprezzato anche la presentazione sotto forma di storia”.
 
Andrea Baroni, uno studente che fa parte del Jeme e che discuterà la tesi in luglio, ha vinto nella categoria Data Visualization, eppure il suo gruppo (Salvatore Difrancesco, Gianluca di Trani, Carlos Felipe Toro) ha rischiato di sciogliersi al termine della prima giornata. “Ci siamo conosciuti solo il sabato mattina. Mettere assieme un team formato da personalità differenti non è stato facile, ma sapevo come affrontare la situazione grazie ai lavori di gruppo fatti al Cleam. Dopo la defezione di un membro abbiamo imparato a valorizzare i punti di forza di ognuno”. Il team ha preso in considerazione tre variabili – umidità relativa, temperatura media, ore di luce – e ha applicato i risultati agli Stati Uniti d’America. I tre hanno convinto la giuria inventando un “Goat Finder” digitale sulla mappa geografica nordamericana. “Ho usato strumenti acquisiti durante i corsi di Alessandro Rezzani Strumenti di Business Intelligence in Azienda e Lucio Benussi Automazione Excel con VBA. E naturalmente il lavoro svolto con Renata Trinca Colonel per la mia tesi ‘Advantages of quantitative approaches in customer relationship management’. Ma non è stato facile. Attorno a me vedevo molti programmatori agguerriti, non pensavo di vincere. Perciò il messaggio è: mai considerarsi svantaggiati, non abbiate paura di competere”.

di Claudio Todesco

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