Il ritorno dei prestiti
OPINIONI |

Il ritorno dei prestiti

PER USCIRE DALL'IMPASSE NON BASTA LA VIGILANZA UNICA: LE IMPRESE DOVRANNO USARE DI PIU' I MERCATI DEI CAPITALI

di Stefano Caselli, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari

Novembre 2014 si presenta come una data da non dimenticare per la storia delle banche e dell’intero sistema europeo. Lo spostamento dell’attività di vigilanza dalle autorità nazionali alla Banca centrale europea diverrà una realtà e questo fatto assume una fondamentale rilevanza politica ed economica. Il trasferimento di una parte così importante della sovranità nazionale darà una spinta forse determinante (e ben più forte rispetto all’introduzione dell’euro) alla costruzione di un’identità politica dell’Unione europea. Non solo: il nuovo ruolo della Bce di fatto porterà a considerare il sistema bancario europeo quale un’unica area di mercato all’interno della quale si potrà realmente sviluppare quella mobilità di tutti i servizi finanziari già disegnata da più di vent’anni dal Testo unico bancario e, nel 1996, dal Testo unico della finanza. 
Il saldo tra vantaggi e rischi di questo salto epocale è nettamente positivo. Sul fronte dei vantaggi, la presenza di un soggetto di vigilanza comune porterà alla diffusione delle migliori prassi di gestione, assicurerà una chiara omogeneità di trattamento a tutti gli intermediari e contribuirà ad abbattere le eventuali barriere che riducono la mobilità nel campo dei servizi finanziari. I risultati che si possono attendere sono la diffusione delle forme di governance più efficaci, la crescita della concorrenza e della trasparenza soprattutto nel mercato retail, una spinta al contenimento dei costi e una stabilità assoluta - e, forse, fin eccessiva – delle banche.
Invece i rischi si presentano come nodi da sciogliere. L’inevitabile processo di asset quality review, ossia di verifica del valore effettivo di tutti gli investimenti presenti nei portafogli delle banche, porterà a una fotografia - ben più nitida di qualsiasi stress test - del reale stato di salute delle banche. Non a caso, nel corso del 2013 e 2014 sono emersi tutti i problemi latenti di alcune banche italiane e si è proceduto a massicce svalutazioni. Questa operazione di sano inventario prima della migrazione verso Francoforte potrà aprire tuttavia una nuova stagione di aumenti di capitale per effetto dei rischi eccessivi presenti nei portafogli. Ma questa volta, rispetto al passato, le soluzioni non avranno più un carattere domestico ma si apriranno a una prospettiva necessariamente internazionale per cui cambi di proprietà anche di notevole importanza saranno una delle opzioni possibili di questa nuova stagione del sistema bancario.
Peraltro, un sistema bancario che apparirà come una solida infrastruttura di stampo europeo – sostenuto da importanti iniezioni di liquidità da parte della Bce – potrà portare a un ritorno alla concessione di prestiti più continua e abbondante, a patto che le imprese sottoscrivano ciò che di fatto è implicito in questa operazione: capitali più elevati delle banche consentono prestiti abbondanti solo ad aziende con rating migliori, ottenibili solo se le aziende si capitalizzano e ricorrono di più al mercato dei capitali. Le imprese hanno quindi nello stesso tempo una sfida non solo di ordine economico e produttivo ma anche finanziaria e culturale, che richiede di coordinare la dimensione della governance (spesso di natura familiare) con quella dell’apertura a fonti di finanziamento differenti da quelle bancarie e con quella della crescita e della ricerca di nuove aree di sviluppo.
 

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