DIDATTICA |

A lezione d'aula. Giudiziaria

MELISSA MIEDICO BASA IL SUO CORSO DI DIRITTO PENALE SULLA DISCUSSIONE DI CASI REALI. GLI STUDENTI SI FANNO COINVOLGERE, SI CHIARISCONO LE IDEE SU CASI CELEBRI E CONCLUDERANNO SIMULANDO UN PROCESSO

Un marito nasconde alla moglie di essere sieropositivo e le trasmette il virus HIV. La donna muore e l’uomo va a processo: si tratta di omicidio doloso o colposo? Un malvivente uccide un tabaccaio: qual è la posizione penale del complice che ha preso parte alla rapina, ma non ha sparato? I fatti di cronaca entrano nelle aule in cui Melissa Miedico insegna Diritto Penale Modulo II (Parte speciale del codice penale). Il corso mira a fornire agli studenti l’apprendimento di un metodo per risolvere questioni rilevanti in ambito penale. La teoria non è sufficiente. Ecco perché ognuna delle sessantaquattro ore del corso è dedicata all’analisi di casi, per la maggior parte reali, interessanti dal punto di vista della soluzione giurisprudenziale.

“Fino all’anno scorso”, spiega Miedico, “mi limitavo a illustrare i casi in aula. Evidenziavo gli elementi di complessità, mettevo in campo le possibili soluzioni, enunciavo la decisione della corte”. Non quest’anno. Dopo avere esposto il caso, la professoressa incoraggia gli studenti a individuare i profili di responsabilità e possibili linee difensive in un confronto collettivo cui tutti sono invitati a partecipare. Gli studenti non si devono calare nella parte dell’accusa o della difesa, anche se durante la discussione le opinioni tendono a polarizzarsi. “Non si tratta di un moot dove vengono replicati gli aspetti formali del processo”, spiega Miedico. “È un modo per rendere più coinvolgente la didattica”. Per analizzare il delitto di estorsione Miedico ha mostrato in aula estratti delle puntate del programma televisivo Un giorno in pretura dedicate al processo Corona.

Edoardo Righini trova interessante la scelta di esaminare casi reali piuttosto che semplici ipotesi di scuola: “Rende la materia più appassionante per noi studenti. Dà modo di vedere come funziona la macchina del diritto. E spinge a studiare in modo continuativo. Ci si deve preparare prima di ogni lezione se si vuole partecipare al dibattito. È impegnativo, ma solo così la materia diventa conoscenza spendibile”. Alcuni casi si rivelano sorprendenti. “Grazie ai media, ognuno di noi studenti s’era fatto un’idea su questo o quel processo”, spiega Giulia Sala, “idea che poi è stata parzialmente smentita analizzando i percorsi giudiziari e leggendo le sentenze. Le discussioni sono state appaganti. Non succede in tutti i corsi che un professore solleciti i pareri degli studenti”.

La discussione di casi giuridici concreti è un tentativo di superare il concetto di lezione frontale e animare la partecipazione. I risultati si vedono. L’interazione vivacizza le ore passate in aula e gli studenti imparano a ragionare sulla soluzione di questioni giuridiche complesse. Alcuni di essi hanno persino segnalato aspetti che non erano considerati dalle sentenze. Per la lezione finale, mercoledì 28 maggio, Miedico intende simulare un processo in modo un po’ più formale. Gli studenti leggeranno le sentenze e ascolteranno le deposizioni di imputati e testimoni, per poi calarsi nelle parti della difesa, dell’accusa e del collegio giudicante. Come dice Giulia Sala, “andare a lezione è più stimolante del solito”.



di Claudio Todesco

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