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L'Universita', una scelta possibile per tutti

VITTORIO COLAO E ANDREA SIRONI, IN UNA VIDEOCHAT DI CORRIERETV, SPIEGANO COME ANCHE I GIOVANI POSSANO GODERE DELLE STESSE OPPORTUNITÀ DI MOBILITÀ SOCIALE DEI LORO PADRI, GRAZIE ALLLA SOLIDARIETÀ INTERGENERAZIONALE

Il mondo del lavoro di oggi, al quale si affacciano giovani di ogni nazionalità, è più competitivo, ma offre anche più opportunità rispetto al passato e l’università deve fornire non solo le conoscenze, ma anche le capacità, esperienze e le attitudini necessarie ad affrontarlo. Deve, soprattutto, fornirle a chiunque lo meriti, hanno concordato Vittorio Colao, chief executive officer del Gruppo Vodafone e Alumnus Bocconi dell’anno 2004, e Andrea Sironi, rettore della Bocconi, nella videochat Coltivare talenti, ospitata da CorriereTv e moderata dal vicedirettore del Corriere della Sera, Daniele Manca. Spunto dell’incontro è stata la recente iniziativa Una scelta possibile, grazie alla quale la Bocconi, con l’aiuto dei donatori che finanziano il programma, intende garantire la possibilità di frequentare l’Università a giovani di talento che, vivendo in condizione di profondo disagio sociale ed economico, non potrebbero altrimenti pensare di proseguire gli studi dopo le scuole superiori. Il primo alumnus ad effettuare una donazione, a titolo personale, è stato proprio Colao.

MANCA L’università riveste, dunque, anche una funzione sociale?

SIRONI La Bocconi è, da sempre, un potente ascensore sociale. Eroghiamo ogni anno, sotto diverse forme, agevolazioni per oltre 20 milioni di euro, secondo modalità tradizionali, che prevedono una domanda da parte degli studenti e una verifica dei requisiti da parte nostra. Ma oggi, con il progetto Una scelta possibile, abbiamo deciso di essere più attivi, di andare noi alla ricerca di giovani con alto potenziale, ma che si trovino in situazione di disagio economico e sociale, e dire alle famiglie: “Per tre anni a questi giovani ci pensiamo noi”, iscrivendoli gratuitamente alla Bocconi e garantendo loro un alloggio, i libri, un computer e una borsa di studio. Per finanziare l’iniziativa ci siamo rivolti ai nostri alumni e il primo ad aderire, a titolo personale, è stato Colao. Siamo partiti a Milano, con la collaborazione del Provveditorato e delle scuole della provincia, ma ora vorremmo ampliare il nostro raggio d’azione.

MANCA C’è chi propone di risolvere il problema dell’accesso all’università aumentando le tasse universitarie per i più ricchi, in modo da poter esentare i meno abbienti.

COLAO Non credo in questo tipo di dirigismo, preferisco pensare a un capitalismo generoso, in cui chi ha beneficiato di certe opportunità in passato contribuisce a offrirle ai giovani di oggi. Mi pare naturale che a muoversi siano gli alumni di un’università, che hanno goduto della mobilità sociale che gli studi possono garantire e che, ognuno secondo le proprie possibilità, sono oggi in grado di restituire qualcosa alla comunità. Io, per esempio, non posso dimenticare di avere usufruito di una borsa di studio per studiare negli Stati Uniti.

MANCA Un lettore chiede se valga ancora la pena di studiare in un paese come l’Italia, povero di opportunità e di ideali.

SIRONI Il paese in cui si studia è sempre meno rilevante, purché l’università in cui si studia offra l’opportunità di fare esperienze internazionali. Alla Bocconi abbiamo quasi 2.000 studenti stranieri, ne mandiamo 1.300 l’anno in scambio all’estero, reclutiamo docenti e ricercatori di varie nazionalità. La competizione per attirare i migliori talenti – siano essi studenti o docenti – è almeno europea, se non mondiale. E le donazioni aiutano a essere più competitivi.

MANCA I lettori continuano a lamentare la pochezza della nostra classe dirigente. Possibile che si venga riconosciuti solo quando ci si trasferisce all’estero?

COLAO Non ci si deve neppure piangere sempre addosso, vedo pochezza e grandezza un po’ ovunque nel mondo. Iniziative come Una scelta possibile servono a dare alle giovani generazioni l’opportunità di studiare in un ambiente competitivo a livello internazionale.

MANCA Un lettore chiede a Colao come sceglie i collaboratori.

COLAO Naturalmente dipende dal ruolo, ma le caratteristiche comuni sono l’entusiasmo, la passione e l’apertura al mondo. Voglio gente che, quando vede qualcosa di buono altrove, pensi “Ma perché da me non c’é?” e si attivi per realizzarla. Se aderisco a un’iniziativa come Una scelta possibile è perché nessuno che abbia queste caratteristiche deve rinunciare a un’opportunità come lo studio alla Bocconi solo perché la ritiene al di fuori della sua portata.

MANCA E quali sono i criteri di selezione della Bocconi?

SIRONI Cerchiamo di valutare, da una parte, capacità d’impegnarsi, volontà e dedizione e, dall’altra, le attitudini personali. Come tutto ciò che è umano, il nostro sistema potrà non essere perfetto, ma chi passa è motivato e, generalmente, ottiene buoni risultati. Poi lo seguiamo in modo attivo fino all’ingresso nel mondo del lavoro.

MANCA Quali sono le competenze indispensabili per il futuro e come può intervenire la formazione continua?

COLAO Nella realtà attuale, e non solo nel mio settore, è essenziale capire di tecnologie, conoscere il mondo e avere capacità commerciali, di marketing. In quanto alla formazione continua, qualche giorno fa l’amministratore delegato di una società americana di biotech mi raccontava che si scarica corsi online che riguardano i suoi interessi non solo professionali e li segue durante i frequenti spostamenti aerei. Le occasioni di formazione, insomma, si trovano, ma dobbiamo avere la mentalità dell’atleta, che sa di dover rimanere sempre in forma.

MANCA Tra i nostri lettori c’è chi lamenta la scarsa propensione dell’università pubblica all’internazionalizzazione. Non si stanno facendo passi avanti?

SIRONI Mi pare un giudizio ingeneroso. Anche l’università pubblica vanta delle eccellenze e, grazie a programmi come Erasmus, i passi avanti in tema di internazionalizzazione sono stati enormi. Il punto è che ciascuno deve cercare di fare bene il proprio mestiere, sfruttando possibilmente i punti di forza del paese, che ci sono e che il mondo ci invidia. Solo così le cose miglioreranno per tutti.

MANCA Quali possibilità di carriera ci sono in un paese in cui, con le parole di un lettore, domina il capitalismo relazionale?

COLAO In effetti è l’opposto del merito. Un capo troppo allineato al sistema di potere è un campanello d’allarme. Ma, entro certi limiti, ci si può scegliere il capo, si può cambiare, ci si può far sentire. I giovani, se si trovano in un’università che non manda all’estero, dove i professori sono svogliati, dovrebbero protestare, mettere pressione.

SIRONI Fortunatamente le cose stanno cambiando. Alla Bocconi ci siamo imposti il divieto di reclutare, come docente, chi abbia fatto il dottorato da noi. I giovani devono stare sul mercato, andare dove possono imparare cose nuove e il loro valore sarà riconosciuto.

MANCA Che cosa consigliereste a un giovane alle prese con le scelte di formazione e professionali: seguire il cuore o la razionalità?

SIRONI Servono sia passione, sia la disciplina. Con il cuore si devono fare le scelte di base – che cosa studiare, ma la razionalità va applicata nelle scelte concrete – dove studiare la disciplina che si ama.

MANCA Per i giovani oggi è più facile o più difficile di quando studiavate voi?

COLAO Più difficile. Il loro mondo è più competitivo, ma è anche più grande e offre più opportunità. Oggi non si va alla Bocconi per lavorare a Milano. Si aprono possibilità in tutto il mondo.

SIRONI Sono d’accordo: a fare concorrenza ai nostri giovani non ci sono più solo americani ed europei, ma anche quelli, determinati e agguerriti, che vengono dai paesi in via di sviluppo.

MANCA Mi piace concludere con un po’ di ottimismo. Ci sono stati momenti difficili anche in passato, ma oggi l’orizzonte dei giovani non è solo l’Italia che perde l’1% di Pil, ma il mondo intero, che cresce al ritmo del 4%.



di Fabio Todesco

Foto La formazione e il merito in tv

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