Il granducato e' un grande melting pot culturale e architettonico
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Il granducato e' un grande melting pot culturale e architettonico

UNA CITTA' IN CUI E' FACILE INTEGRARSI E DOVE QUASI OVUNQUE SI RESPIRA ARIA INTERNAZIONALE, COME RACCONTA L'ALUMNA ROSSANA PASINI

Circa metà degli abitanti della città di Lussemburgo non è originaria del Granducato e, di questo gruppo, la maggior parte sono portoghesi. Poi ci sono italiani, francesi, tedeschi e via dicendo. Il motivo di tanta varietà culturale è dovuto quasi esclusivamente a ragioni lavorative: qui, infatti, le imprese internazionali e le multinazionali hanno aperto la propria sede, attratti dalle agevolazioni fiscali. Nelle aziende si parlano molte lingue, così come negli uffici pubblici, nelle banche e nei supermercati: non è raro imbattersi in una cassiera o in funzionario che conosce il proprio idioma. L’italiano è sicuramente una delle lingue più diffuse in Lussemburgo e nei ristoranti che propongono i piatti della tradizione italiana diventa garanzia di autenticità della cucina. Solo in questi locali, infatti, il personale di sala parla quasi esclusivamente la lingua del Bel paese, fin dal momento in cui risponde al telefono per prendere le prenotazioni.

L’integrazione nella vita di Lussemburgo è fluida e immediata, ma non solo per questioni linguistiche: la strada più semplice per cercare casa è quella di affidarsi all’agenzia immobiliare online www.athome.lu; le notizie sulla città e gli appuntamenti culturali sono raccolti in un magazine locale, al cui abbonamento si ha diritto gratuitamente con la registrazione della residenza. Arte e musica scandiscono il ritmo del weekend con eventi che si tengono quasi esclusivamente negli edifici progettati da quelli che sono i più importanti architetti contemporanei. Il landscape di Lussemburgo, infatti, è un continuo alternarsi di fiabesche architetture tardo gotiche e palazzi di recente costruzione. Il Mudam, il museo d’arte moderna e contemporanea, per esempio, è ospitato in un’opera di Ieoh Ming Pei che richiama nello stile e nei materiali la piramide del Louvre.

A due passi da questo luogo, ecco un altro edificio che vale la pena osservare da fuori, per poi viverne le atmosfere interne: la Philharmonie, con la sua facciata lamellare disegnata da Christian de Portzamparc. Lasciato il grande parco che abbraccia quest’area, ci si dirige verso il centro storico cittadino e, percorrendo Le Chemin de la Corniche, ci si rende conto di come la città sia aggrappata sul fianco di una rupe. L’affascinante camminata si snoda sui bastioni della città, offrendo la magica sensazione di passeggiare sui tetti: si parte dallo storico, quanto pittoresco, Grund, il quartiere riservato ai pedoni e alla vita notturna, e si raggiungono le Casematte del Bock, un labirinto di gallerie sotterranee scavate nella roccia a meta del ‘700 e utilizzate come rifugio durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.  

A cura di Ilaria De Bartolomeis
 
Laureata nel 2007 al Cleacc, Rossana si è specializzata in Marketing management sempre in Bocconi. Nel 2017 si è trasferita in Lussemburgo per lavorare in Amazon come vendor manager. Nello specifico, si occupa del settore automotive.
 

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