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Personale sanitario si', ma che sappia anche fare il manager

, di Camillo Papini
Rapidita' di risposta e competenze per operare al meglio in contesti che cambiano rapidamente

Al personale sanitario e non che presta supporto umanitario in contesti di emergenza servono competenze non solo tecniche ma anche manageriali e interculturali, con una propensione all'innovazione, pura o rivolta al miglioramento di processi già esistenti. Silvia Fontana, responsabile delle risorse umane di sede per Medici Senza Frontiere in Italia, nonché laureata all'Università Bocconi in Economia Aziendale-CLEA, spinge così sull'importanza di corsi per i differenti aggiornamenti professionali. Obiettivo finale: far sì che le missioni degli operatori umanitari sul campo permettano di "fare il meglio per i più vulnerabili" migliorando l'accesso e la qualità delle cure mediche. Una sfida che si accentua dovendo lavorare "non solo in situazioni di particolare emergenza ma anche con poche informazioni a disposizione mentre le fasi di cambiamento si fanno sempre più veloci e frequenti", sempre a giudizio di Fontana, che è anche membro del consiglio direttivo del Forum della Meritocrazia e nel coordinamento del comitato scientifico del Premio Valeria Solesin.

Grazie a quest'attenzione alla reattività, conclude Fontana, "abbiamo potuto rispondere velocemente, per esempio, alla richiesta di essere presenti a Codogno, vicino Milano, per tentare di arginare i primi focolai di Covid. Il team d'intervento? Composito per esperienze, a dimostrazione che diverse competenze insieme sono più efficaci".