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Progetto Phoenix: al lavoro per aiutare le donne maltrattate

, di Andrea Celauro
Un progetto sul campo dell'iniziativa lanciata da Bocconi e Citi Foundation ha visto tre studentesse dell'Universita' fianco a fianco degli operatori di Cadmi. Otto settimane in cui hanno progettato bandi e ne hanno rivoluzionato la comunicazione social

Il 'mandato' era supportare Cadmi, la Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano, nel redigere un bando del Comune per progetti innovativi sul tema della violenza di genere. In realtà nelle loro otto settimane di lavoro fianco a fianco con il personale dell'organizzazione, Martina Riccardi, Tania Di Biase e Giorgia Garri, tre studentesse della Bocconi, si sono appassionate a tal punto al progetto sul campo che vi si sono buttate anima e corpo, non solo mettendo alla prova le competenze apprese a lezione, ma anche portando all'organizzazione le idee fresche di native digitali. Il progetto rientrava nell'ambito dei field project realizzati da Phoenix, l'iniziativa lanciata a dicembre da Bocconi e Citi Foundation proprio con l'obiettivo di sostenere il Terzo Settore, messo duramente alla prova dalla crisi generata dalla pandemia.

"L'idea era aiutare Cadmi nella stesura di un progetto per la partecipazione a un bando comunale, realizzando per loro un'analisi economica", racconta Martina, al terzo anno del Biem Bocconi. Tuttavia, il confronto quotidiano con una realtà così intensa come quella della Casa delle donne maltrattate, ha spinto il neonato team di bocconiane a impegnarsi ben oltre la richiesta del progetto. Così, hanno deciso di occuparsi della comunicazione social di Cadmi, realizzando dei post e lasciando una 'cassetta degli attrezzi social' per il personale dell'organizzazione, di modo tale che il lavoro fatto potesse essere continuato. Inoltre, hanno supportato Cadmi per la calendarizzazione di tutta una serie di bandi per 2021-2022, per un progetto di collaborazione con Standard & Poor's e per un altro progetto con Snai.

"Il mio desiderio è lavorare nel Terzo Settore e da questa esperienza porto a casa una conoscenza molto più approfondita di come questo funzioni", spiega Martina. "Vedere il lavoro quotidiano del centro antiviolenza è stato toccante e istruttivo". Un'esperienza emozionante che le ha spinte a impegnarsi al massimo per dare il proprio contributo. Tanto che, semmai, la sfida più grande è stata quella di conciliare la loro voglia di proporre sempre nuove cose con i tempi ristretti. "È stato un allenamento utile per imparare l'arte del compromesso", spiega Giorgia Garri, al primo anno della magistrale in Management. "Abbiamo imparato a lavorare per obiettivi e ad essere flessibili e, soprattutto, abbiamo appreso come fare cose che non avremmo mai pensato di riuscire a fare". Una soddisfazione, aggiunge Tania Di Biase, "poter unire le conoscenze apprese all'Università con il lavoro concreto degli operatori di Cadmi. È stato un bellissimo connubio e un'esperienza molto più motivante rispetto ad altre. Il progetto Phoenix è un modo per restituire alla comunità".

Il progetto sul campo realizzato per Cadmi dalle tre studentesse è stato quindi l'occasione per mettersi alla prova in un contesto nuovo, impegnativo anche a livello emotivo, che ha consentito loro di fare esperienza ma che ha aiutato Cadmi anche "ad usare gli strumenti più attuali della comunicazione digitale", come sottolinea anche Maria Caterina Cavallo, docente SDA Bocconi che ha seguito le ragazze.