Contatti
Persone

Ora scegliamo noi gli investitori

, di Emanuele Elli
MotorK, start up del settore automotive fondata da Marco Marlia, e' oggi ai vertici del mercato nazionale ma punta forte sull'internazionalizzazione

«Nel round di equity di tre anni fa la caccia agli investitori fu durissima. Il mercato italiano, nel quale MotorK era già presente, contava poco e gli stranieri non erano interessati. Il futuro round di serie B sarà più semplice perché oggi possiamo definirci una established company e siamo sui radar di molti investitori. Abbiamo dunque una lista di persone che possiamo contattare e saremo noi a scegliere». A descrivere la parabola dell'azienda da scale up al suo stadio successivo è Marco Marlia, 40 anni, una laurea al Clefin, fondatore e Ceo di MotorK, proprietaria di DriveK, piattaforma online di comparazione auto e società di consulenza digitale per concessionari e case che vogliano sfruttare al meglio le potenzialità del web. «Quando abbiamo cominciato il settore automotive era ancora molto tradizionale, pesava sull'economia reale e pochissimo sul digitale; la soglia sul web era dunque abbastanza bassa, a portata anche di chi non avesse grandi capitali iniziali», ricorda il manager. Progetto, business plan e strategie azzeccate portano MotorK rapidamente ai vertici del mercato nazionale, attirando 10 milioni di euro di investimenti e ponendo le basi per un'espansione oltre confine.
«Oggi la sfida più grande è l'internazionalizzazione», racconta Marlia. «In Italia siamo in una fase di maturità e ora proviamo a estendere il nostro modello su alcuni mercati stranieri. Apriamo in parallelo su diversi fronti perché il mercato automotive ragiona in ottica Emea; siamo facilitati dal fatto di espanderci all'interno di un'industry abbastanza omogenea, nella quale i rapporti con le case, distributori e consumatori non cambiano molto da paese a paese». La nuova fase richiede nuovi capitali e MotorK scalda i motori per un nuovo round. «E' un passaggio delicato perché bisogna cercare smart money», conclude il manager. «I partner giusti sono un valore aggiunto, non fosse altro perché costringono a essere disciplinati e rigorosi, a fare i compiti a casa insomma».