Il giusto orizzonte temporale
Mattia D'Alessandra, poco dopo la laurea magistrale in finanza conseguita in Bocconi, era un giovane con un'importante esperienza all'estero (e più precisamente a Chicago) e un lavoro con ottime prospettive in Deutsche Bank. Una posizione che tanti si sarebbero tenuta ben stretta, ma che lui non ha esitato ad abbandonare per seguire un'idea e costruirci intorno la sua startup: «Sentivo di doverlo fare», spiega ora. «È come un richiamo: vedi l'opportunità e non gli ostacoli».
La «chiamata» ha le sembianze tecnologiche di una piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain, da qui il nome della start-up: LoanXchain, primo marketplace multilaterale per il mercato secondario del credito.
Si tratta di un sistema utile a connettere in modo diretto e digitalizzato istituzioni creditizie (sia player tradizionali che digital lender) e investitori istituzionali (in primo luogo fondi di private debt) a livello europeo. Finanza da un lato, dunque, e tecnologia dall'altro: «L'intuizione giusta è stata puntare sulla tecnologia blockchain, studiarla e contribuire a migliorarla. Tanto che quando siamo andati alla loro prima convention mondiale a Londra abbiamo scoperto che ci conoscevamo tutti».
Una bella iniezione di fiducia, specialmente per un'impresa che prevedeva tempi di sviluppo non immediati: «Il primo anno è stato di team building, fundraising e costruzione del network di partner e subject-matter expert necessario a stressare l'idea e migliorarla. L'anno successivo, invece, è stato dedicato a programmazione e ampliamento del network. Ora siamo davanti alla parte più commerciale».
Ma le ambizioni di Mattia guardano più in là: «Come giovane, mi piacerebbe contribuire a cambiare il paese, a farlo rinascere. Non sto pensando a grandi gesti, semplicemente partire dal proprio lavoro, dare il meglio e convincere altri a fare altrettanto». Obiettivo non da poco, ma che può valere da esempio per tanti. «Un consiglio?», suggerisce Mattia. «Studiare come si fa una start-up, quali sono gli step da seguire. E darsi il giusto orizzonte temporale: almeno due anni, solo per capire se l'idea ha senso o meno. Poi si combatte. E se non è questa la volta buona... sarà la prossima!».