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Il giusto orizzonte temporale

, di Emanuele Elli
Mattia D'Alessandra ha lasciato il lavoro in una grande banca per lanciare LoanXchain, primo marketplace multilaterale per il mercato secondario del credito

Mattia D'Alessandra, poco dopo la laurea magistrale in finanza conseguita in Bocconi, era un giovane con un'importante esperienza all'estero (e più precisamente a Chicago) e un lavoro con ottime prospettive in Deutsche Bank. Una posizione che tanti si sarebbero tenuta ben stretta, ma che lui non ha esitato ad abbandonare per seguire un'idea e costruirci intorno la sua startup: «Sentivo di doverlo fare», spiega ora. «È come un richiamo: vedi l'opportunità e non gli ostacoli».
La «chiamata» ha le sembianze tecnologiche di una piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain, da qui il nome della start-up: LoanXchain, primo marketplace multilaterale per il mercato secondario del credito.
Si tratta di un sistema utile a connettere in modo diretto e digitalizzato istituzioni creditizie (sia player tradizionali che digital lender) e investitori istituzionali (in primo luogo fondi di private debt) a livello europeo. Finanza da un lato, dunque, e tecnologia dall'altro: «L'intuizione giusta è stata puntare sulla tecnologia blockchain, studiarla e contribuire a migliorarla. Tanto che quando siamo andati alla loro prima convention mondiale a Londra abbiamo scoperto che ci conoscevamo tutti».

Una bella iniezione di fiducia, specialmente per un'impresa che prevedeva tempi di sviluppo non immediati: «Il primo anno è stato di team building, fundraising e costruzione del network di partner e subject-matter expert necessario a stressare l'idea e migliorarla. L'anno successivo, invece, è stato dedicato a programmazione e ampliamento del network. Ora siamo davanti alla parte più commerciale».
Ma le ambizioni di Mattia guardano più in là: «Come giovane, mi piacerebbe contribuire a cambiare il paese, a farlo rinascere. Non sto pensando a grandi gesti, semplicemente partire dal proprio lavoro, dare il meglio e convincere altri a fare altrettanto». Obiettivo non da poco, ma che può valere da esempio per tanti. «Un consiglio?», suggerisce Mattia. «Studiare come si fa una start-up, quali sono gli step da seguire. E darsi il giusto orizzonte temporale: almeno due anni, solo per capire se l'idea ha senso o meno. Poi si combatte. E se non è questa la volta buona... sarà la prossima!».