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Il questionario di Ferdinando Bocconi

Intervista a Severino Salvemini

Ad un certo periodo della mia vita, al secondo anno degli studi universitari, facevo l'assistente ai fotografi del Gruppo Mondadori nell'allora palazzina di via Bianca di Savoia, vicino alla Bocconi. Il mio mito era Ugo Mulas, fotoreporter con grande senso estetico, rigorosamente bianco&nero. Mi sarebbe molto piaciuto diventare un professionista come Mulas. Ma poi il senso del dovere (... e le pressioni dei genitori lontani...) mi hanno riorientato sulla laurea bocconiana. Ed eccomi qui.

Musica, libri e film: quali associ alla tua esperienza bocconiana?
Mi sono laureato nel 1974. I primi anni Settanta – i miei anni della Bocconi come studente – sono gli anni di Hotel California degli Eagles, di Life on Mars? di David Bowie, come musica; sono gli anni di Sacco & Vanzetti di Montaldo, di Soldato Blu di Raph Nelson, dei film di Monicelli; sono gli anni di Cent'anni di solitudine di Garcia Marquez ma anche di Porci con le ali di Ravera e Lombardo Radice. In quel periodo, per me importante è stata la scoperta del jazz a Milano. Da Night in Tunisia di Charlie Parker o da Kind of Blue di Miles Davis non mi sono separato più.
Di tutte le persone conosciute tramite la Bocconi chi porteresti in viaggio con te e dove?
Il mio amico e collega Angelo Cardani, l'ironia fatta a persona. In Norvegia, alle isole Lofoten, dove starebbe sicuramente a smadonnare tutto il tempo per il troppo freddo.
Se la Bocconi fosse un piatto quale sarebbe?
Un soufflé al formaggio, che lievita e lievita...
Qual è il tuo eroe? E quando studiavi in Bocconi?
Fabrizio De Andrè, poeta, musicista, con predilezione per i pastelli e le matite della Faber-Castell, giustamente maudit e deviante, ma profondamente rispettoso della giustizia e delle regole civili. Vogliamo trovare qualcosa meglio di Crêuza de mä?
Di cosa sei più orgoglioso della tua vita privata?
Della capacità di conciliare estro e razionalità.
E di quella professionale?
Di una cosa simile: la possibilità di partecipare, senza troppi fallimenti, al percorso accademico e contemporaneamente a quello creativo.
Se fossi il protagonista di una favola chi vorresti essere?
Visto che ne ho la possibilità, mi piacerebbe per una volta fare il re. Non credo che sia così male come spesso si sostiene...
Di cosa non faresti mai a meno?
Dell'Italia. La vita è troppo breve per non essere Italiani.
La Bocconi per te è...
Ciò che mi ha permesso di sbarcare il lunario, e anche di rispondere a questo questionario.