Una vita tra la serie A e gli esami di economia
Sveglia presto, palestra, studio, allenamenti, esami, le partite nel week end, tanti sacrifici e una vita divisa tra Milano e Piacenza. Tutto questo, Lorenzo Masselli, studente al terzo anno di International economics and management che gioca nella Sitav Rugby Lyons a Piacenza nel ruolo di seconda e terza linea, lo fa per realizzare il suo sogno: giocare nella nazionale italiana di rugby. "Forse la parola sacrificio non è la più adatta. Sono contento della mia vita di atleta e studente e non rimpiango le mie scelte: il rugby mi insegna la dedizione e il valore del lavoro di squadra, la Bocconi mi insegna come organizzare il mio tempo e come rapportarmi con persone provenienti da tutto il mondo".
Un metro e novantasei, ventidue anni, Lorenzo, passo dopo passo, si avvicina al suo sogno. Ha infatti da poco firmato come "permit player" nelle Zebre, la franchigia federale italiana di GuinnessPro14, campionato di rugby a 14 tra squadre delle federazioni di Galles, Irlanda, Italia, Scozia e Sudafrica. "Un onore per un giocatore di serie A", ammette l'atleta, che si è trasferito in Italia dal Sudafrica nel 2016 per giocare a rugby e ha poi deciso di restare, "conquistato dall'Italia", e di iscriversi alla Bocconi. "Ho dovuto però rinunciare alla prima sostituzione di un giocatore perché in quei giorni avrei dovuto sostenere un esame, aspetto la prossima convocazione". Per Lorenzo è infatti importante garantirsi un'educazione universitaria, "dopo la laurea triennale penso di continuare a studiare, anche in un'ottica a lungo termine: quando non potrò più giocare desidero poter perseguire una carriera, chissà magari come sport manager".
Nato a Johannesburg da mamma sudafricana e papà di origini toscane, racconta di come la vita di un atleta di alto livello debba essere necessariamente ben bilanciata: "Cerco sempre di dedicare il giusto tempo allo studio e agli allenamenti, senza rinunciare a un po' di tempo libero e agli amici. Non è sano focalizzarsi troppo su un solo aspetto della propria vita, ci si perde sempre qualcosa", spiega Lorenzo, che ha iniziato a giocare a rugby quando aveva 7 anni. L'amore per lo sport è di tradizione in famiglia. "I miei genitori sono i miei più grandi sostenitori. Non solo mio padre giocava a rugby quando era scuola, ma abbiamo da sempre seguito le partite di rugby e cricket, altro sport che ho praticato e che amo, con mia sorella Raffaella, che ora studia in Inghilterra e gioca a netball", racconta. "Mi capita di avere nostalgia di casa, ma per realizzare le mie ambizioni rifarei tutto da capo: il bello del rugby è che è una sfida fisica e mentale continua non solo con gli avversari, ma anche con se stessi, e di certo non mollerò".