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Una vita tra la serie A e gli esami di economia

, di Benedetta Ciotto
Lorenzo Masselli, 21 anni, e' studente Bocconi a Milano e seconda e terza linea nel Sitav Lyons Rugby a Piacenza. Ed ha appena ricevuto una chiamata dalle Zebre. Con il sogno della nazionale italiana, anche se lo studio resta una priorita'

Sveglia presto, palestra, studio, allenamenti, esami, le partite nel week end, tanti sacrifici e una vita divisa tra Milano e Piacenza. Tutto questo, Lorenzo Masselli, studente al terzo anno di International economics and management che gioca nella Sitav Rugby Lyons a Piacenza nel ruolo di seconda e terza linea, lo fa per realizzare il suo sogno: giocare nella nazionale italiana di rugby. "Forse la parola sacrificio non è la più adatta. Sono contento della mia vita di atleta e studente e non rimpiango le mie scelte: il rugby mi insegna la dedizione e il valore del lavoro di squadra, la Bocconi mi insegna come organizzare il mio tempo e come rapportarmi con persone provenienti da tutto il mondo".

Un metro e novantasei, ventidue anni, Lorenzo, passo dopo passo, si avvicina al suo sogno. Ha infatti da poco firmato come "permit player" nelle Zebre, la franchigia federale italiana di GuinnessPro14, campionato di rugby a 14 tra squadre delle federazioni di Galles, Irlanda, Italia, Scozia e Sudafrica. "Un onore per un giocatore di serie A", ammette l'atleta, che si è trasferito in Italia dal Sudafrica nel 2016 per giocare a rugby e ha poi deciso di restare, "conquistato dall'Italia", e di iscriversi alla Bocconi. "Ho dovuto però rinunciare alla prima sostituzione di un giocatore perché in quei giorni avrei dovuto sostenere un esame, aspetto la prossima convocazione". Per Lorenzo è infatti importante garantirsi un'educazione universitaria, "dopo la laurea triennale penso di continuare a studiare, anche in un'ottica a lungo termine: quando non potrò più giocare desidero poter perseguire una carriera, chissà magari come sport manager".

Nato a Johannesburg da mamma sudafricana e papà di origini toscane, racconta di come la vita di un atleta di alto livello debba essere necessariamente ben bilanciata: "Cerco sempre di dedicare il giusto tempo allo studio e agli allenamenti, senza rinunciare a un po' di tempo libero e agli amici. Non è sano focalizzarsi troppo su un solo aspetto della propria vita, ci si perde sempre qualcosa", spiega Lorenzo, che ha iniziato a giocare a rugby quando aveva 7 anni. L'amore per lo sport è di tradizione in famiglia. "I miei genitori sono i miei più grandi sostenitori. Non solo mio padre giocava a rugby quando era scuola, ma abbiamo da sempre seguito le partite di rugby e cricket, altro sport che ho praticato e che amo, con mia sorella Raffaella, che ora studia in Inghilterra e gioca a netball", racconta. "Mi capita di avere nostalgia di casa, ma per realizzare le mie ambizioni rifarei tutto da capo: il bello del rugby è che è una sfida fisica e mentale continua non solo con gli avversari, ma anche con se stessi, e di certo non mollerò".