La tech revolution dei pagamenti
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La tech revolution dei pagamenti

L'ESPERIENZA DELL'ALUMNO REMO GIOVANNI ABBONDANDOLO A CHECKOUT, FINTECH GLOBALE

«Si fa un gran parlare di criptovalute e di blockchain, ma in molti paesi in via di sviluppo il contante è ancora il principale mezzo di pagamento». L’alumnus Remo Giovanni Abbondandolo è vicepresidente del business development per Medio Oriente e Nord Africa di Checkout.com, azienda che offre servizi di pagamento online a livello globale. Abbondandolo fa parte di una fintech che cresce a un ritmo del 50% all’anno e dove si fanno riunioni in piedi per rendere l’esperienza più dinamica possibile, eppure non eccede in tecno-ottimismo. «Il nostro compito è facilitare la vita agli e-commerce, dando loro la possibilità di accettare qualunque tipo di pagamento digitale, dalle carte di credito e debito ai digital wallet. Trattiamo 180 diverse valute». Lanciata nel 2012 e presente in Nord America, Europa, Medio Oriente e Asia-Pacifico, Checkout ha fra i clienti Samsung, Virgin, Deliveroo. Offre loro una serie di metriche che permettono di ottimizzare i processi di pagamento, scoprendo i punti dove si perdono transazioni. 

«Ottimizzare l’1 o il 2% di milioni di transazioni significa guadagnare centinaia di migliaia di dollari in più ogni settimana. Lavoriamo sul fronte della prevenzione delle frodi. Nel nostro campo, le tech companies stanno sostituendo le banche che hanno un approccio tradizionale al business. La sfida che ci troviamo di fronte è far comprendere il valore di quel che facciamo in paesi dove il 90% degli acquisti si effettua in contante. In termini più generali, credo che i pagamenti mobile continueranno a crescere. Non servono nemmeno mobile wallet o smartphone. Bastano gli sms, come dimostra il caso del Kenya. La penetrazione dei digital wallet sarà dirompente soprattutto nei paesi in cui le carte di credito e debito di plastica non sono ancora diffuse: passeranno direttamente ai pagamenti digitali». È un processo simile a quello che ha portato la gente, in quegli stessi paesi, ad adottare tablet e smartphone senza aver mai messo le mani su un personal computer.

Remo Giovanni Abbondandolo
Nato ad Avellino nel 1986, ha frequentato in Bocconi sia il triennio, sia la laurea specialistica in Economics and management of innovation and technology. Di quegli anni ricorda con particolare piacere le esperienze internazionali: lo scambio con gli Stati Uniti, il Campus Abroad in Cina, lo stage in India, il double degree con la Copenhagen Business School. Oggi Abbondandolo vive a Dubai e collabora con il chapter della Penisola Arabica della Bocconi Alumni. «Gli anni in Bocconi sono stati importanti per sviluppare la forma mentis che mi ha aiutato ad affrontare i problemi sperimentando, innovando, sviluppando competenze dinamiche». Gli anni universitari sono stati fondamentali anche dal punto di vista personale: «In Bocconi ho conosciuto mia moglie».

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di Claudio Todesco

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