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Stefano e Ileana, alumni prof under 40 al top nel mondo

, di Andrea Celauro e Davide Ripamonti
Sono due dei quattro italiani riconosciuti da PoetsQuants, il noto portale americano dedicato alla business education, tra i 40 migliori professori di business under 40 del mondo. Ileana Stigliani e Stefano Tasselli conducono due percorsi di ricerca diversi, una nel campo dell'innovazione nel design, l'altro in quello delle reti sociali delle organizzazioni, ma condividono lo stesso punto di partenza: la laurea in Bocconi. Ecco le loro storie

Stefano Tasselli
Il focus della sua ricerca sono i social network organizzativi, ha 35 anni e una posizione da assistant professor alla Rotterdam School of Management. Tre elementi che racchiudono il percorso accademico internazionale di Stefano Tasselli, laurea triennale e specialistica all'Università Bocconi (la seconda in Economia e management delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali nel 2006), MPhil e PhD alla Judge Business School di Cambridge.
Come è arrivato a insegnare management a Rotterdam?
Dopo la laurea in Bocconi e un'esperienza nella consulenza presso la sede di McKinsey a Milano, ho intrapreso il dottorato in management a Cambridge, dove sono stato anche docente di social network analysis. Poi un'esperienza in Svizzera e il lavoro in Olanda dal settembre del 2015.
L'analisi delle reti sociali. Una definizione nella quale è contenuto in nuce anche il suo lavoro di ricerca?
Sì, la mia attività di ricerca analizza come le variabili psicologiche influiscono nelle relazioni tra le persone che compongono un'organizzazione e, di conseguenza, quali effetti abbiano tali relazioni sulle performance dell'organizzazione stessa. In sostanza, cerco di rispondere in modo nuovo a quella che in management è una celebre domanda di psicologia organizzativa, ovvero se il successo sia originato dalle caratteristiche intrinseche delle persone o se invece dipenda dalle relazioni. Ciò che suggerisco è una visione che fa da ponte tra queste due opinioni.
Come ha influito l'aver dato il via alla sua formazione alla Bocconi?
Mi ha lasciato una cosa fondamentale: la capacità di combinare lo sforzo di approfondimento teorico con la possibilità di creare un impatto reale sulla società. Teoria e pratica, in poche parole, che poi è un po' il tratto distintivo dell'Università Bocconi. Un tipo di approccio nel quale mi sono ritrovato anche nella mia attività iniziale di consulenza presso McKinsey e un imprinting molto utile per il resto della mia carriera.


Ileana Stigliani
È la prima per numero di segnalazioni da parte di studenti e alumni nella storia del Premio di Poets&Quants. Anzi, ne ha avute così tante da aver quasi doppiato il primo dell'anno scorso. Ileana Stigliani, 39 anni, di Matera, laureata in Economia aziendale nel 2003 con PhD conseguito, sempre in Bocconi, nel 2009, è oggi professore associato di design and innovation presso l'Imperial College Business School, a Londra.
Sorpresa di aver ricevuto questo riconoscimento oppure se lo aspettava?
Sapevo che la Scuola mi aveva candidata, quello che mi sorprende di più è l'essere stata la più votata. Il premio è assegnato per l'eccellenza nella didattica e per il numero e la qualità delle pubblicazioni e, soprattutto per quanto riguarda il primo aspetto, devo dire che già qui all'Imperial College avevo conseguito un riconoscimento per l'innovatività dei miei corsi. Ma questo ha indubbiamente una portata più vasta.
Design and innovation è il suo ambito di ricerca. In particolare ora di cosa si sta occupando?
Sto studiando come nascono nuovi filoni professionali, nel mio caso specifico come è emerso e si è legittimato il campo del service design e le possibili applicazioni del processo di design per nuovi servizi. In particolare, quello che io chiamo design thinking è un campo nuovo nel quale l'Imperial college sta investendo molto.
Quanto ha influito la Bocconi nel suo percorso di ricercatrice e docente?
Molto. Se vado indietro negli anni, devo menzionare in particolare due aspetti. La mia passione per il design e la creatività, che ho fin da quando ero bambina, e la spinta familiare affinché seguissi un percorso di studi che potesse darmi delle certezze. Devo dire che venendo in Bocconi ho potuto coniugare i due aspetti. Proprio in quegli anni infatti si era formato un gruppo di docenti molto attivo sui temi del design, in particolare Gabriella Lojacono, Paola Varacca e Davide Ravasi, con i quali ho collaborato.