Contatti
Persone

Vi aspetto a cena per brindare al vino italiano

, di Andrea Celauro
Matteo Lunelli, presidente e ad di Cantine Ferrari, alumnus Bocconi, racconta in un dinner speech come funziona una moderna azienda familiare. La sua

Quando ViaSarfatti25 lo aveva intervistato sul suo ruolo di presidente e amministratore delegato di Cantine Ferrari, Matteo Bruno Lunelli, laureato in Bocconi in Economia politica nel 1998, aveva raccontato di come, nel giro di pochi istanti, al telefono, avesse deciso di abbandonare la carriera in finanza all'estero per tornare in Italia a guidare l'azienda di famiglia. Un aneddoto che l'imprenditore vinicolo ricorderà anche il prossimo 15 maggio, quando racconterà la sua storia professionale di fronte a una platea di alumni Bocconi, ospite del ciclo dei dinner speech della BAA.

In occasione dell'intervista, Lunelli aveva rimarcato come l'esperienza internazionale che gli era derivata dall'attività di manager a Zurigo, Londra e New York avesse lasciato una traccia sotto forma di sicurezza in se stesso e gli avesse insegnato a trattare con persone di tutto il mondo: «Una cosa fondamentale, perché portare un vino nel mondo significa raccontare una storia e per farlo devi conoscere al meglio chi hai di fronte», spiega l'imprenditore.

Ripercorrere la propria storia è per Matteo Lunelli anche l'occasione per riflettere sul concetto stesso di impresa di famiglia, tema importante visto che nel sistema imprenditoriale italiano queste sono circa l'85% del totale: «Una famiglia ha un orizzonte temporale di lunghissimo periodo e nel mondo del vino è importante», spiega. «Quando si pianta un nuovo vigneto ci vogliono anni per avere le autorizzazioni e preparare il terreno, poi si innestano le viti, occorrono 7/8 anni per raccogliere i primi frutti d'eccellenza, e poi il vino che ne deriva maturerà per diventare una grande riserva. Tra tutto possono passare vent'anni. Solo un'azienda familiare può ragionare in un'ottica generazionale».

E confrontarsi sull'impresa familiare porterà con sé anche il tema caldo del passaggio generazionale: «Oggi il nostro patto di famiglia disciplina la circolazione delle partecipazioni sociali, l'ingresso di nuovi membri esterni nei consigli d'amministrazione, l'ingresso di nuovi familiari in azienda», continua il presidente di Cantine Ferrari. «Sono regole già scritte per i nostri figli e per gli eredi che verranno».

Ma soprattutto, l'incontro a cena con gli alumni Bocconi sarà l'occasione per fare il punto sullo stato dell'arte del settore vitivinicolo, un settore che in Italia appare ancora piuttosto frammentato: «Un grande vino è sempre espressione del territorio, commenta Lunelli, «ma allo stesso tempo deve vendersi in tutto il mondo. Per questo credo che il consolidamento del settore farebbe solo bene. Noi cerchiamo di farlo aggregando marchi che siano espressioni di eccellenza del territorio, come le bollicine di Trento, il vino fermo Sagrantino di Montefalco in Umbria o Bisol per il Prosecco. O, ancora, con l'acqua Surgiva, per chi proprio non vuole bere vino».

L'idea dei dinner speech, nati ormai diversi anni fa, è di far incontrare in modo informale gli alumni Bocconi con manager e imprenditori di spicco che raccontano la propria personale esperienza. Una cena tra amici, che, negli anni, ha visto partecipare personaggi quali Alberto Cribiore, Marco De Benedetti, Oscar Farinetti, Luca Mignini, Stefano Sassi e molti altri.