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Gli Alemagna sono tornati

, di Davide Ripamonti
Alberto e Tancredi, pronipoti del fondatore dello storico marchio e laureati Bocconi, hanno avviato una propria attività dolciaria. Volutamente di nicchia

Il colore azzurro chiaro della confezione, il Duomo di Milano stilizzato e la A come sigillo di garanzia. Il marchio Alemagna è uno dei simboli della Milano produttiva che nei primi decenni del '900 hanno contribuito al miracolo economico. Ora quel marchio esiste ancora, ma non è più proprietà della famiglia che l'ha lanciato, anche se gli Alemagna sono tornati e promettono di restare a lungo.

Alberto e Tancredi Alemagna, infatti, pronipoti di Gioacchino che fondò l'azienda nel 1921 e nipoti di Alberto che la valorizzò, entrambi laureati all'Università Bocconi (in Economia e legislazione per l'impresa, il primo, in Economia aziendale, il secondo), hanno lanciato una propria attività nel solco della tradizione di famiglia, e cioè nel settore dolciario. Nel 2008, infatti, in piena crisi economica, è nata T'a Sentimento Italiano, cioccolateria artigianale con qualche escursione nella pasticceria secca e nel catering. "L'idea di avviare una nostra attività l'avevamo da un po'", spiega Alberto Alemagna, "poi ci siamo trovati a un bivio. Tancredi stava per intraprendere una carriera manageriale, o si partiva o si rinunciava. E siamo partiti".Il settore poteva essere solo quello dolciario, "non consideravamo altre opzioni", confessano, il punto di partenza il cioccolato, sia per gusti personali sia a seguito di accurate ricerche di marketing. "Ci siamo accorti che mancava in Italia una realtà che abbinasse la qualità delle materie prime al design e rispetto per l'ambiente per quanto riguarda il packaging e abbiamo voluto colmare quella lacuna. Siamo infatti convinti", spiega Alberto, "che in questa congiuntura economica possano sopravvivere solo i grandi marchi, le multinazionali, o realtà piccole come la nostra che puntano sull'altissima qualità, le aziende medie scompaiono. In Italia mancava il cioccolato d'autore". E così Alberto e Tancredi viaggiano per il mondo per osservare l'intera filiera del prodotto, dalle piantagioni sudamericane all'arrivo sui mercati europei, "un'operazione necessaria per capire le dinamiche e anticipare i tempi".T'a Sentimento Italiano è una realtà piccola, 10 persone, con eleganti uffici a Milano e laboratorio produttivo a Cerro Maggiore, ma in costante ascesa, 230 mila euro il fatturato nel 2008, 1 milione quello 2011. La crescita ci sarà, ma dovrà essere lenta. "Io e Tancredi abbiamo sempre avuto un orizzonte a medio-lungo termine, vogliamo creare valore nel tempo mattone dopo mattone, non crescere velocemente con ardite operazioni finanziarie. E' quello che ci è stato insegnato e, soprattutto, sono i valori dell'imprenditoria milanese di una volta". Quella degli Alemagna. Milano e l'Italia sono il target di riferimento, l'estero per ora non è un obiettivo anche se qualcosa (il 9% del fatturato) è venduto negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Cina. Ci sarà il tempo per pensarci. "Per ora l'obiettivo concreto è crescere, anche numericamente, ogni anno un po', ma senza snaturarci. La nostra forza è che in una realtà piccola ognuno si sente coinvolto e partecipa con entusiasmo ad ogni aspetto dell'attività. Forse è anche questa una delle ricette per avere successo in tempi difficili".