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Piu' obblighi = meno informazioni

, di Claudia Imperatore - assistant professor di Accounting
Uno studio sulla rendicontazione dei rischi delle societa' petrolifere quotate in 20 mercati finanziari mostra che la divulgazione volontaria dei rischi non finanziari diminuisce in presenza di un elevato livello di informativa obbligatoria perche' le imprese non la percepiscono piu' come vantaggiosa. Legislatori e autorita' di mercato sono avvisate

Negli ultimi decenni, le autorità di regolamentazione hanno sempre più richiesto alle imprese di divulgare informazioni non finanziarie per soddisfare le esigenze informative di un più ampio numero di stakeholder. Tuttavia, non c'è consenso sul fatto che l'obbligo di una maggiore divulgazione sia la strategia ottimale per migliorare l'ambiente informativo di un'impresa. Da un lato, gli studiosi suggeriscono che la regolamentazione dell'informativa non è necessaria in quanto le imprese sono incentivate a divulgare le informazioni per ridurre il costo del capitale e facilitare l'accesso ai fondi esterni.
Dall'altro, alcuni sostengono che la regolamentazione della divulgazione sia necessaria in quanto le imprese sono riluttanti a fornire informazioni a causa dei costi di raccolta ed elaborazione delle informazioni e del timore di rivelare dati sensibili ai concorrenti. Inoltre, in assenza di regolamentazione, i manager potrebbero divulgare informazioni di bassa qualità che massimizzano i loro interessi piuttosto che le esigenze informative degli esterni. In uno studio condotto insieme a Claudia Arena e Saverio Bozzolan, abbiamo gettato nuova luce su questo tema analizzando la rendicontazione dei rischi delle società petrolifere quotate in 20 mercati finanziari nel periodo 2009-2014. Queste società sono altamente esposte a rischi sia finanziari che strategici. Secondo l'IFRS 7, devono fornire informazioni sui rischi finanziari (rischio di credito, rischio di mercato e rischio di liquidità), mentre non sono tenute a fornire informazioni sui rischi non finanziari (rischi ambientali, reputazionali e operativi).

Nello studio abbiamo creato quindi due indici di divulgazione: uno per quella obbligatoria dei rischi finanziari e uno per quella volontaria dei rischi non finanziari. Il paper mostra che la divulgazione volontaria dei rischi aumenta con il livello di divulgazione obbligatoria dei rischi fino a un certo punto, dopo il quale la relazione si inverte e le imprese riducono la divulgazione volontaria. La nostra evidenza ha due caratteristiche rilevanti. In primo luogo, dimostra che obbligare le imprese a divulgare un tipo di informazioni ha anche implicazioni indirette sulla loro scelta di divulgare volontariamente informazioni correlate. Pertanto, le scelte di divulgazione delle imprese fanno parte di una strategia informativa più ampia e le decisioni di divulgazione non dovrebbero essere analizzate singolarmente. Inoltre, mostriamo come la relazione tra le diverse scelte di divulgazione possa essere piuttosto complessa. Una maggiore divulgazione obbligatoria aumenta la credibilità delle informazioni, incentivando così le imprese a divulgarne di più su base volontaria. Tuttavia, questa relazione complementare si mantiene fino a un certo livello di divulgazione obbligatoria, dopo il quale le imprese percepiscono la divulgazione volontaria come meno vantaggiosa. In effetti, le asimmetrie informative sono già state attenuate dall'elevato livello di divulgazione obbligatoria, per cui fornire informazioni aggiuntive rappresenta un costo maggiore per l'impresa. Di conseguenza, in presenza di un elevato livello di informativa obbligatoria, le imprese sono meno propense a divulgare volontariamente le informazioni. Inoltre, questa dinamica è più probabile che si verifichi per le imprese più esposte ai rischi, il che suggerisce che il rapporto tra informativa obbligatoria e volontaria dipende dai costi e dai benefici percepiti, che a loro volta variano a seconda delle caratteristiche dell'impresa.

Pertanto, obbligare le imprese a divulgare maggiori informazioni può avere la conseguenza involontaria di diminuire gli incentivi delle imprese a rilasciare informazioni aggiuntive. Queste intuizioni sono importanti per i legislatori e le autorità di mercato, in quanto suggeriscono che, al momento di elaborare nuove regole di divulgazione, dovrebbero considerare le pressioni preesistenti in materia. Le interrelazioni tra le scelte di divulgazione implicano che l'efficacia delle regole di divulgazione non dovrebbe essere valutata considerando solo l'impatto su un tipo di divulgazione. È necessaria anche una prospettiva più ampia che consideri altri contenuti e strumenti di divulgazione, soprattutto al giorno d'oggi, quando le imprese sono soggette a una richiesta di informazioni da parte di diversi stakeholder eterogenei.