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Il quantum computing e' una promessa futura

, di Camillo Papini
Allo stato attuale non si puo' considerare un'innovazione disruptive, ma la ricerca o lo sviluppo proseguono

I computer quantistici, più che un'attuale innovazione disruptive, sono la promessa futura di un'innovazione disruptive: quella di riuscire a processare, in parallelo, una serie molto numerosa di calcoli. Al momento, non si è ancora riusciti a costruire un computer completo basato sulla meccanica quantistica, ossia secondo le leggi della fisica che descrivono le particelle atomiche. "Eppure, se riusciremo a realizzarne uno capace di lavorare un numero sufficiente di bit quantistici", chiarisce Riccardo Zecchina, professore ordinario di Fisica Teorica e titolare della cattedra Vodafone di Machine Learning and Data Science della Bocconi, "gli ambiti di applicazione saranno molteplici, dalla crittografia e la sicurezza informatica alla progettazione di nuovi materiali, da una più agile ricerca all'interno di grandi database fino a toccare i campi dell'Intelligenza Artificiale e della data science".

Quando si possono prevedere i primi computer quantistici? "Ci sono gruppi di lavoro seri e motivati negli Usa, in Europa e in Cina", commenta Zecchina. "Non chiedetemi su quale orizzonte temporale ci muoviamo ma ricordo che alcuni risultati su prototipi sono stati già raggiunti grazie alla collaborazione tra fisici quantistici, computer scientist e ingegneri". Investimenti dedicati arrivano dalle grandi aziende tecnologiche, dalle istituzioni e anche dal Pnrr. Oggi comunque, sempre secondo il professore ordinario di Fisica Teorica, un altro traguardo è stato tagliato: dall'incontro di esperti di materie diverse, infatti, "è nata una nuova comunità scientifica".