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Imparare? Un'esperienza aumentata

, di Leonardo Caporarello - delegato del rettore per l'elearning e direttore del Built Bocconi
Nuovi metodi, nuove tecnologie, nuovi contenuti e nuove interazioni: perche' la distinzione tra learning e elearning non ha piu' senso e come si creano percorsi adattivi e personalizzati

A tutti i livelli, il modo in cui insegniamo e quello in cui apprendiamo stanno cambiando. Si tratta di una trasformazione che riflette una più ampia evoluzione nel contesto economico e sociale, di cui dobbiamo ancora cogliere appieno le implicazioni. Senza voler cadere in rappresentazioni stereotipate, è indubbio che l'affermarsi delle nuove tecnologie digitali, sempre più pervasive, costituisce un elemento di discontinuità rispetto al passato. E il loro impatto appare tanto più rilevante se consideriamo le caratteristiche distintive delle generazioni che più di recente si sono affacciate nelle aule scolastiche e universitarie: dai millennials della generazione Y ai primi veri "nativi digitali" della generazione Z.
In questo quadro fortemente dinamico, a cambiare sono inevitabilmente anche le capacità e le competenze richieste per lo sviluppo personale e professionale. A ricordarcelo ci sono numerosi report e documenti di agenzie e organizzazioni internazionali, Unione europea in primis: per esempio la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio dell'Unione europea dedicata alle competenze chiave per l'apprendimento permanente. Nel panorama attuale, è infatti indispensabile disporre non solo della conoscenza di più lingue straniere e di competenze digitali costantemente aggiornate, ma anche (e soprattutto) di un ampio set di skill trasversali: tra queste, la capacità di apprendimento, di pensiero critico, di problem solving, di lavoro di gruppo e lo spirito di iniziativa.

In parallelo all'evolvere della domanda di competenze, assistiamo a una trasformazione molto rapida nelle teorie, nei metodi e nelle tecniche formative. È il paradigma stesso di apprendimento a segnare una rottura col passato: alcune categorie – prime fra tutte quelle di learning ed elearning intese come attività separate e contrapposte – sembrano perdere di senso, mentre acquistano sempre maggiore salienza nuovi concetti, come quelli di mobile learning (dove la mobilità può essere tanto quella del device quanto quella del discente), game-based learning (in cui l'enfasi è posta sul lavorare assieme per raggiungere un obiettivo in un contesto strutturato come un gioco) e blended learning (per cui è appunto la distinzione stessa tra apprendimento tradizionale e digitale a essere superata, in una nuova sintesi all'insegna dell'ibridazione che responsabilizza lo studente). Il cambiamento è trasversale al processo di apprendimento e impatta su di esso attraverso quattro diverse dimensioni.
La prima dimensione è quella della metodologia: stiamo andando verso la costruzione di percorsi formativi sempre più adattivi e personalizzati, sulla base della specifica situazione e delle esigenze del singolo studente. Con l'ausilio delle nuove tecnologie, possiamo supportare gli studenti/partecipanti lungo l'intero processo di apprendimento: non solo durante l'esperienza d'aula, ma anche a monte e a valle della stessa. La seconda dimensione è quella tecnologica: l'uso dei nuovi device può non solo migliorare le attività formative face to face, ma anche contribuire a costruire interazioni inter-aula e a estendere l'aula in modo virtuale, su una scala potenzialmente globale. La terza dimensione è quella dei contenuti: nel nuovo scenario si rende necessario un aggiornamento sempre più frequente e sempre più rapido dei programmi didattici. Infine, la quarta dimensione è quella sociale: un elemento distintivo del processo didattico di oggi è l'affermarsi di nuove forme e modalità di interazione tra partecipanti e docenti, sia di persona sia in remoto, sia in real time sia in modalità asincrona.

Alla luce di queste dinamiche evolutive, i processi di apprendimento possono essere meglio compresi se pensiamo a essi come a vere e proprie esperienze. L'impiego delle nuove tecnologie arricchisce queste esperienze, rendendole sempre più "aumentate", adattive e personalizzate, e consentendo di declinarle sulla base di un approccio multidirezionale: non più quindi secondo la tradizionale logica dell'insegnamento frontale da-uno-a-molti, ma incoraggiando un coinvolgimento attivo costante dei partecipanti. È in queste direzioni che si esplica l'attività di ricerca e sviluppo del nostro ateneo sul fronte della didattica, attraverso strutture come il Bocconi University Innovations in Learning and Teaching (BUILT) e il Learning Lab di SDA Bocconi: un impegno che riguarda sia la preparazione della faculty sia la progettazione e realizzazione di forme di didattica online e blended, e che include la creazione di esperienze di apprendimento virtuali, l'uso dei big data per comprendere i pattern di apprendimento degli studenti e l'impiego di tecniche di gamification.
In tutto ciò l'aula rappresenta tuttora il contesto cruciale per ampliare l'esperienza formativa: è in aula che è possibile coinvolgere con successo i discenti in attività di sperimentazione, confronto, analisi e discussione, andando incontro alle loro esigenze e contribuendo alla loro crescita.

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